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Assalto al Congresso Usa dei sostenitori di Trump

Assalto a Congresso Usa, arriva la prima condanna: 41 mesi di carcere per violenza

Scott Fairlamb, proprietario di una palestra in New Jersey ed ex combattente di arti marziali miste è stato condannato a 41 mesi di carcere per violenza nei confronti di un agente di polizia durante l’assalto al Congresso Usa lo scorso 6 gennaio. Nell’ambito dello stesso processo è imputato anche il cosiddetto sciamano, l’uomo che fece irruzione a Capitol Hill indossando sul petto nudo tatuato una pelle d’orso con le corna.
A cura di Chiara Ammendola
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A quasi un anno dall'assalto al Palazzo del Congresso a Washington, negli Usa, c'è stata la prima condanna nell'ambito del processo per le violenze di Capitol Hill: si tratta di Scott Fairlamb, proprietario di una palestra in New Jersey ed ex combattente di arti marziali miste. L'uomo, secondo quanto riportato dalla Cnn, è stato condannato a 41 mesi di prigione per aver colpito un poliziotto intervenuto lo scorso 6 gennaio per sedare le violenze in corso presso la sede del Governo degli Stati Uniti.

Durante il processo l'uomo si è dichiarato colpevole, tra le altre cose, proprio di aggressione nei confronti un agente di polizia: "Mi pento davvero delle mie azioni quel giorno. Non ho altro che rimorso", ha detto Fairlamb chiedendo perdono al giudice. Prima di emettere la sentenza, il giudice Royce Lamberth ha detto all'imputato di aver preso la decisione giusta accettando un patteggiamento. "Se lei fosse andato in giudizio, non credo che nessuna giuria avrebbe potuto assolverla". Fairlamb diventa la prima persona condannata per violenza contro le forze dell'ordine per l'attacco al Congresso. Nell'ambito dello stesso processo è imputato anche Jacob Chansley, il cosiddetto "sciamano" cospirazionista di QAnon che entrò nel Palazzo del Congresso indossando sul petto nudo tatuato una pelle d'orso con le corna: per lui l'accusa ha chiesto 51 mesi di carcere.

Intanto un giudice federale ha stabilito che Donald Trump non potrà più avvalersi del suo privilegio esecutivo per mantenere segreti i documenti della Casa Bianca relativi al suo presunto tentativo di ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020. In questo modo è stato respinto il tentativo dell'ex presidente di bloccare l'accesso ai documenti da parte della Commissione del Congresso che indaga sui fatti del 6 gennaio.

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