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Arrestato Martsinkevich, neonazista che umiliava e seviziava gay in Russia

Leader di un gruppo ultranazionalista dal nome “Occupy Paedophilia” che agiva in territorio russo, le sue azioni sono state spesso coperte dalle autorità locali ed è stato anche ospitato da alcune trasmissioni della tv di stato per illustrare i suoi deliranti filmati.
A cura di Biagio Chiariello
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Maxim Martsinkevich è uno dei leader di un gruppo di neonazisti, Occupy Paedophilia. Su VK.com, il Facebook russo ha 190 mila fan a cui ha mostrato video e foto di torture effettuate contro ragazzi omosessuali caduti nelle sue mani e in quelle dei suoi colleghi. L'uomo, però, è stato finalmente fermato dalle forze dell’ordine. Non nel suo Paese, ma a Cuba. Lasciato agire indisturbato nella Russia di Putin, Martsinkevich si è spinto probabilmente troppo oltre quando ha deciso di abbandonare i confini nazionali per torturate un giovane iracheno che viveva in Ucraina. Probabilmente immaginava che, così come accaduto nel suo Paese, la comunità LGBT preferisse coprire l'accaduto, anche nella preoccupazione di essere cacciata. Non è stato così, il ragazzo ha infatti sporto denuncia e le autorità hanno dato seguito al provvedimento. Martsinkevich ha abbandonato il Paese e nei giorni scorsi è arrivata la notizia del suo arresto. Di lui e delle sue orribili gesta restano tuttavia eredità drammatiche: è stato emulato dal gruppo spagnolo Proyecto Pilla Pilla (Progetto guardie e ladri), che – con la scusa di voler combattere la pedofilia- ha dato vita ad una vera e propria organizzazione volta a combattere la comunità lgbt del Paese.

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