Arrestato l’uomo che ha fondato il sito Coco in Francia: era usato dagli stupratori di Gisele Pelicot
Esiste un sito web al quale Dominique Pelicot si sarebbe rivolto ripetutamente per reclutare i circa 70 uomini che nel corso degli anni hanno abusato sessualmente di sua moglie, Gisele, mentre era priva di sensi.
Quel portale si chiama Coco: già al centro di numerosi procedimenti giudiziari, tra cui quello di maggiore risonanza legato ai cosiddetti stupri di Mazan, era stato chiuso lo scorso giugno, sulla scia dell'inchiesta che ha portato alla condanna a 20 anni di carcere per Dominique Pelicot.
Ora il suo fondatore, Isaac Steidl, è stato arrestato in Francia. Il 44enne si trovava in Bulgaria ed era stato convocato dalla polizia francese, martedì mattina, dopo aver accettato di tornare a Parigi. L'uomo deve rispondere di "gestione illecita di una piattaforma online nell'ambito di un'organizzazione criminale, associazione a delinquere e complicità in reati e crimini legati al procacciamento aggravato, alla distribuzione e alla condivisione di video pedopornografici e riciclaggio di denaro".
La procura parigina ha potuto emanare la misura cautelare grazie a un nuovo reato introdotto nel diritto penale francese nel 2023, che permette di perseguire i responsabili delle piattaforme online in cui vengono commessi crimini senza che gli stessi amministratori intervengano, ha spiegato il portavoce del ministero della Giustizia, Cédric Logelin.
"Sul sito mancava qualsiasi meccanismo di identificazione e non vi era alcuna collaborazione evidente tra i gestori e le forze dell'ordine. Questo reato è stato creato proprio per contrastare abusi di questo tipo", ha aggiunto.
Secondo quanto riportato dai media francesi, Steidl aveva fondato Coco nel 2003 con il supporto dei suoi genitori e un investimento iniziale di circa 2mila euro, poco dopo aver conseguito la laurea in ingegneria informatica. Pensato come una chatroom per gli incontri online, il sito è stato utilizzato da criminali per più di 23mila reati, tra cui stupri, pedofilia e omicidi, secondo le autorità.
Dominique Pelicot aveva utilizzato una chatroom sul dominio chiamata "A son insu" (a loro insaputa).