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Arrestato in Libia Al Fezzani, considerato il reclutatore dell’Isis in Italia

La notizia è stata riferita dai media locali libici. A catturarlo, le forze libiche di Zintan, alleate del generale Haftar.
A cura di C. M.
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Le forze libiche di Zintan, alleate del generale Haftar, hanno comunicato di aver arrestato il tunisino Moez Ben Abdulgader Ben Ahmed Al Fezzani, conosciuto anche come Abu Nassim e ritenuto dalla polizia italiana come uno dei principali reclutatori di jihadisti per lo Stato islamico nel Belpaese, nonché uno dei leader dell'Isis in Libia.

A dare la notizia dell'arresto sono stati i media locali libici, in particolare il sito Libya Herald. Fuggito da Sirte in seguito alla liberazione della cittadina avvenuta pochi giorni fa, il jihadista sarebbe stato fermato insieme ad alcuni uomini dello Stato Islamico tra Regdalin e al-Jmail, zona ovest della Libia vicino al confine con la Tunisia, dove stava cercando di rientrare. Al Fezzani fu espulso dalle autorità italiane nel 2012, dopo essere stato assolto dall'accusa di associazione a delinquere e associazione con finalità di terrorismo internazionale, sentenza però totalmente ribaltata in appello. Il ministro dell'Interno decise di espellerlo subito dopo la prima sentenza perché riteneva che Al Fezzani, da uomo libero, potesse costituire un grave pericolo per il Paese. Durante il trasferimento a Malpensa, si lanciò fuori dall'auto della polizia e fece perdere le sue tracce per qualche giorno. Individuato, venne finalmente trasferito in Tunisia

Secondo un report stilato dall'intelligence italiana nel gennaio 2015, in seguito all'attacco a Charlie Hebdo, Al Fezzani era stato inserito in una lista di 25 nomi partiti per la Siria a combattere tra le fila dell'Is e definito "ex estremista tunisino oggi legato alla formazione terroristica Ansar al Sharia" e figurava anche nell'elenco di 35 residenti in Italia arrestati in Afghanistan e poi detenuti nel carcere di Guantanamo ai tempi di Al Qaeda e delle Torri Gemelle. Al Fezzani, inoltre, non era considerato pericoloso dalle sole forze dell'ordine italiane, ma da tempo era ricercato anche dalle autorità tunisine, che lo ritengono responsabile del tentativo di presa della città di Ben Guerdane, avvenuto lo scorso marzo e fallito.

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