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Armi ‘made in Europe’, cosa c’è nel Libro bianco della Difesa presentato dalla Commissione Ue

La Commissione europea e l’Alta rappresentante Kaja Kallas hanno presentato ieri un Libro bianco per la Difesa europea. Il testo punta a rafforzare le capacità militari degli Stati membri, attraverso gli 800 miliardi di euro previsti da piano di riarmo e misure per favorire la produzione europea.
A cura di Giulia Casula
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La Commissione europea e l'Alta rappresentante Kaja Kallas hanno presentato ieri un Libro bianco per la Difesa europea. Il testo, intitolato Readiness 2030, fissa a quella data il termine entro cui rendere l'Ue autonoma sul piano della difesa. Il pacchetto di misure punta a rafforzare le capacità militari degli Stati membri attraverso gli 800 miliardi di euro previsti dal piano di riarmo europeo. 

Il "punto è evitare la guerra preparandosi a essa", ha spiega in conferenza stampa il commissario alla Difesa Andrius Kubilius- "I rapporti delle agenzie di intelligence danesi e tedesche segnalano che il Cremlino intende mettere alla prova l'attivazione dell'Articolo 5 del Trattato della Nato entro il 2030", ha aggiunto. "Non fermeremo Vladimir Putin leggendogli il Libro bianco, ma traducendolo in azione. 450 milioni di europei non dovrebbero aver bisogno di appoggiarsi a 350 milioni di americani per far fronte a 150 milioni di russi che non riescono a sconfiggere 38 milioni di ucraini".

Nel documento vengono fissate alcune priorità, a partire dal sostegno all'Ucraina, il rafforzamento delle forze armate europee, il potenziamento dell'industria militare e il ricorso a collaborazioni internazionali. In un comunicato, la Commissione ha sottolineato la necessità di una difesa comune ma ha escluso la creazione di un esercito europeo, che al momento non è tra gli obiettivi dell'esecutivo Ue.

In particolare, l'aumento della spesa militare si basa su dei pilastri principali, illustrati nel piano di riarmo, che dovrebbero mobilitare circa 800 miliardi di euro. Una parte di questi verranno sbloccati ricorrendo alla clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita, che consentirà ai Paesi di scorporare le spese per la difesa – fino a un massimo di 1,5% del Più per quattro anni – dai vincoli di bilancio. Altri 150 miliardi invece, saranno disponibili grazie allo strumento Safe ("Security Action for Europe", o Azione di sicurezza per l'Europa) basato sull'erogazione di prestiti nei confronti degli Stati interessati. Questi fondi saranno destinati all'acquisto di equipaggiamenti militari nei settori della difesa aerea e missilistica, sistemi di artiglieria, missili e munizioni, droni e sistemi anti-drone, infrastrutture critiche e protezione dello spazio, mobilità militare, cyber, intelligenza artificiale e guerra elettronica. I prestiti, sostenuti dal bilancio Ue, avranno una lunga scadenza (fino a 45 anni) ed è previsto un periodo di grazia di 10 anni per la restituzione.

Gli Stati dovranno partecipare ad appalti comuni con almeno un altro Stato membro o coinvolgere l'Ucraina o Paesi Efta/See (rispettivamente Associazione europea di libero scambio e Spazio economico europeo: Norvegia, Islanda e Liechtenstein). L'acquisto autonomo sarà consentito purché il contratto sia aperto ad altri Stati.

Nel testo inoltre, è prevalsa la cosiddetta linea "Buy European'‘, sponsorizzata dalla Francia, per promuovere l'acquisto di armi prodotte da aziende europee. In particolare, per i beni di consumo bellico, come le munizioni, almeno il 65% dei componenti dovrà essere di origine europea per evitare dipendenze da altri partner. A questo proposito, Kubilius ha ricordato che ‘Italia ha "un'industria della difesa e spaziale molto forte. Molto forte. Leonardo è la più forte azienda europea di difes. Le persone potrebbero capire che per l'industria della difesa sta arrivando un momento molto importante per espandersi e per creare nuovi posti di lavoro. E sarebbe un strano se l'Italia non esaminasse una tale possibilità", ha dichiarato.

Oltre agli strumenti previsti, la Commissione ha fatto sapere di essere disposta a lavorare a fonti di finanziamento aggiuntive per la difesa. "Se la domanda degli Stati membri per finanziamenti basati su prestiti sostenuti dal bilancio Ue nell'ambito di Safe dovesse superare l'offerta, la Commissione continuerà a esplorare strumenti innovativi, come in relazione al Meccanismo europeo di stabilità (Mes)".

Il Libro bianco per la difesa europea e il piano ReArm Europe "sono il primo passo. Vedremo come andranno le cose", ha dichiarato Kubilius rispondendo in conferenza stampa a Bruxelles a una domanda sul possibile utilizzo degli eurobond con nuovo debito comune a sostegno degli investimenti nella difesa. "Ci aspettiamo che quelle possibilità che ora sono create con una regolamentazione Safe e la possibilità della clausola di salvaguardia saranno davvero attraenti" per i governi nazionali. I prestiti del Safe "sono molto simili a quelli del Sure che vennero usati da circa 20 Paesi". Gli Stati esamineranno molti aspetti delle proposte della Commissione e poi "vedremo cos'altro dobbiamo fare. Non vogliamo saltare ora alle successive possibilità".

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