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È morto Ariel Sharon

L’ex Primo ministro israeliano è morto all’età di 85 anni dopo una lunga agonia.
A cura di Antonio Palma
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Ariel Sharon è morto, l'ex primo Ministro di Israele ed ex generale dell'esercito israeliano si è spento oggi all'età di ottantacinque anni al termine di una lunga agonia iniziata quando era ancora primo ministro. Sharon, nato Ariel Scheinermann e noto anche con il soprannome di Arik, infatti era in coma dal gennaio del 2006 quando a causa di una grave emorragia cerebrale aveva perso conoscenza senza mai più svegliarsi. Proprio a causa del perdurare dello stato di coma Ariel Sharon era stato formalmente sollevato dall’incarico di primo ministro per motivi di salute in favore dell’allora suo vice, Ehud Olmert,  nell’aprile del 2006. La morte di Ariel Sharon, che ormai da tempo era in uno stato vegetativo, era stata annunciata nei giorni scorsi come imminente dai medici dell'ospedale di Tel Aviv che lo curavano visto l'aggravarsi delle sue condizioni di salute con il graduale deterioramento degli organi vitali ormai compromessi dalla lunga malattia.

Nato il 26 febbraio del 1928 da una famiglia di ebrei lituani immigrati, Ariel Sharon è stato sicuramente una figura molto controversa nella storia di Israele, molto amato ma anche molto odiato per le sue posizioni. Sicuramente fino alla sua malattia che poi lo ha portato alla morte, Ariel Sharon in entrambe le sue carriere, quella militare e quella politica, ha sicuramente segnato i momenti cruciali dello storia dello Stato di Israele. Fin da giovanissimo entrò a far parte di movimenti sionisti per poi unirsi durante l'adolescenza a veri e propri gruppi paramilitari  come l'Haganah, l'esercito clandestino ebraico precursore delle Forze di Difesa Israeliane. Già capitano delle forze armate a 21 anni, dopo una breve esperienza all'Università continuerà la sua carriera militare grazie a diverse azioni militari arrivando fino ai gradi superiori e diventando generale. Dopo aver partecipato anche alla Guerra dei Sei Giorni era destinato alla carica di Capo di Stato Maggiore, ma in disaccordo con l'allora ministro lasciò la divisa decidendo di entrare i politica nel partito di destra Likud. Poco dopo però, nel 1973, con lo scoppio della guerra dello Yom Kippur venne richiamato a prestare servizio come riservista e alla guida di una divisione corazzata si mise nuovamente in mostra come comandante militare.

La seconda vita di Ariel Sharon, quella di uomo politico, comincia all'inizio  degli ani 70 e nel 1973 è già deputato del Likud. Diventerà tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta prima Ministro dell’agricoltura e poi della difesa. Carica da cui sarà costretto a dimettersi quando dopo l'invasione del Libano venne ritenuto responsabile dei massacri di Sabra e Chatila. Diventerà poi ministro dell'Industria e del commercio, carica che ricoprirà fino al 1990  quando diventerà ministero dell'Edilizia e dell'accoglienza. Nel 1998 sarà poi nominato ministro degli Esteri, mentre nel 2001 viene eletto Primo Ministro con il 62,5 per cento delle preferenze. Risultato ottenuto nonostante l’anno prima la sua visita alla Spianata delle Moschee, a Gerusalemme, avesse innescato una pesante crisi con i palestinesi, provocando scontri e centinaia di vittime nei mesi successivi. Nel 2003 sarà rieletto e dall’anno successivo per cercare di migliorare la situazione tra palestinesi e israeliani annuncia la sua intenzione di lasciare la striscia di Gaza, decisione che gli procurerà numerose critiche dalla destra religiosa. Alla fine del 2005, esce dal Likud per fondare un nuovo partito, il Kadima, ma pochi mesi dopo un improvviso grave problema di salute ne provocò l'uscita dalla vita politica.

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