Ariel Castro è morto suicida: esclusa l’ipotesi dell’incidente auto erotico
Ariel Castro è morto suicida per impiccagione all'interno della sua cella: ad affermarlo, smentendo una volta per tutte l'ipotesi che il mostro di Cleveland fosse morto in seguito a un gioco autoerotico finito male, sono stati due consulenti carcerari, che hanno smentito con decisione ogni possibilità che l'uomo sia stato vittima di un "incidente". Castro aveva da poco iniziato scontare la sua pena all'ergastolo: ad agosto si era dichiarato colpevole di avere rapito e tenuto sotto sequestro per 10 anni tre ragazze in Ohio, sottoponendole e violenze e abusando di loro. Le tre furono liberate il 6 maggio, quando una riuscì a uscire dalla casa e a lanciare l'allarme. Nel documento di oggi si parla di un piccolo altare che era stato eretto nella cella e di toni sempre più frustrati nel diario tenuto dal prigioniero, che dunque sarebbe arrivato a togliersi la vita per disperazione, frustrato dal fatto che avrebbe dovuto trascorrere il resto della sua vita dietro le sbarre.
Ad affermarlo è proprio la relazione degli esperti: "Non deve sorprendere che il detenuto abbia deciso di togliersi la vita di fronte a un futuro in prigione, e come vittima di continue molestie e minacce alla sua sicurezza. Il suo suicidio era forse inevitabile". A destare alcuni sospetti era stata la dinamica della morte di Castro, trovato con i pantaloni abbassati che facevano pensare a una pratica autoerotica finita drammaticamente.