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Argentina, insulti dal candidato Milei a papa Francesco: “È un comunista che incarna il Male”

Javier Milei è il favorito per le elezioni presidenziali argentine che si terranno ad ottobre. I suoi insulti al pontefice hanno attirato l’attenzione dei “curas villeros”, gruppo di sacerdoti che ha organizzato una messa per supportare papa Francesco.
A cura di Matteo Pelliccia
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Ultra liberista e anti-statalista ("lo Stato è un’organizzazione criminale che si finanzia attraverso le tasse prelevate alle persone con la forza"), sostiene i Bitcoin e vuole sostituire l'istruzione pubblica con un sistema di voucher scolastici, nonché "dollarizzare" la moneta argentina, abolire la Banca centrale e legalizzare il commercio di organi umani.

Javier Milei, leader di estrema destra del partito La Libertad avanza e vincitore in agosto del Paso, le primarie argentine con cui gli elettori hanno scelto le 22 coppie di candidati che si sfideranno per la presidenza a ottobre, non smette di far parlare di sé.

Gli insulti al Papa e il possibile riavvicinamento

“Gesuita che promuove il comunismo”“rappresentante del Male nella Casa di Dio”, “imbecille”: sono solo alcuni degli insulti recentemente rivolti da Javier Milei, politico ed economista 52enne, nei confronti di papa Francesco, accusandolo di portare avanti, con il suo pontificato "politiche ecclesiali di m***a”. Il candidato alle presidenziali di ottobre è intervenuto nelle scorse settimane in alcuni programmi radiofonici e televisivi.

Dopo la vittoria al Paso, però, l'atteggiamento di Milei nei confronti del pontefice è cambiato a mano a mano. Un'evoluzione dovuta probabilmente alla campagna elettorale in corso, che porta il leader a non trascurare alcun voto. Il leader di La Libertad avanza, infatti, era già stato candidato alle elezioni presidenziali argentine: nelle scorse primarie del 2021, il partito aveva ottenuto il 13,9% dei voti, stabilendosi come la terza forza nazionale.

Ora, però, Milei con la vittoria al Paso ha per la prima volta la possibilità concreta di diventare presidente dell'Argentina. Nelle ultime interviste ha ripetuto: "Rispetto Francesco come capo della Chiesa cattolica e come capo di Stato". Inoltre, come scrive Clarìn, principale quotidiano argentino, dirigenti e politici vicini al leader libertario hanno esplorato recentemente un riavvicinamento con la Conferenza episcopale argentina, che riunisce le centinaia di vescovi del Paese. Milei, riporta Clarìn, chiederà un colloquio con Jorge García Cuerva, dal maggio 2023 arcivescovo metropolita di Buenos Aires e Primate di Argentina.

Le reazioni dei "curas villeros"

Non sono mancate, comunque, le reazioni ai duri attacchi di Milei. In supporto del Papa, i "curas villeros", un gruppo di sacerdoti delle periferie urbane argentine, hanno celebrato una messa il 5 settembre, tenutasi di fronte alla parrocchia della Vergine de los Milagros di Caacupé, a Barracas, sud di Buenos Aires. "Vogliamo riparare gli oltraggi a Francesco" hanno detto i "curas villeros". Alla funzione religiosa hanno preso parte, oltre che a ministri dell'attuale governo di centro-sinistra presieduto da Alberto Fernandez, anche Adolfo Perez Esquivel, amico personale del pontefice e premio Nobel per la pace nel 1980 per l’opposizione alla dittatura di Videla.

"Si finisce per chiedersi se una persona con un tale disordine emotivo, che non riesce a incontrare chi la pensa diversamente senza urlare o insultare, possa sopportare le tensioni insite nella carica pubblica a cui aspira", sono le parole riportate nel documento letto durante la messa, firmato dal vescovo ausiliare e vicario generale di Buenos Aires, Gustavo Carrara, e da 71 sacerdoti dei “curas villeros”. Il movimento si schiera contro le posizioni di Milei: "Un candidato secondo cui la giustizia sociale è un’aberrazione rappresenta un attacco diretto alla radice della fede".

"Dobbiamo chiederci perché non abbiamo visto arrivare il fenomeno Milei"

Tra i "curas villeros" più in vista, il sacerdote José ‘Pepè’ Di Paola. "Sappiamo che Francesco predica un mondo di fraternità e amicizia sociale, un mondo in cui nessuno sia scartato, nessuno sia dimenticato. Nessuno deve essere escluso dal cammino della vita ed è per questo che il Papa riceve spesso insulti e offese”.

L'appello del sacerdote è per "un’agenda sociale per i poveri, che rappresentano il 40% della popolazione in Argentina". "Un politico può dire, con tutto il rispetto, che non è d'accordo con ciò che dice il Papa, ma non lanciare insulti così gravi. Sono parole indegne di una persona candidata a una carica così importante".

I sacerdoti di "curas villeros" vogliono comprendere le ragioni dell'appoggio popolare a Milei, che al Paso ha ottenuto il 30% dei voti. La Libertad avanza ad agosto ha battuto sia la destra tradizionale di Juntos por el cambio (arrivata al 28%), sia i peronisti di Unión por la patria, al momento al governo con il presidente Alberto Fernández (al 27%). "Non dobbiamo arrabbiarci con le persone perché hanno votato per La libertad avanza, ma capire perché hanno votato per Milei e hanno optato per una proposta così radicale", dicono gli ecclesiastici.

"Dobbiamo chiederci perché non abbiamo visto arrivare questo fenomeno" si legge nella nota. Il riferimento è ai risultati elettorali del Paso agostano: nella capitale Buenos Aires, ad esempio, Milei ha vinto in baraccopoli emblematiche come la villa 31, nel quartiere Retiro: uno dei quartieri più poveri d'Argentina, dimenticata dagli itinerari turistici, conosciuta anche come "villa miseria" perché molte persone vivono in condizioni pessime.

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