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Approvato tetto massimo al prezzo petrolio, Nord Stream 1 annuncia lo stop a “tempo indeterminato”

I ministri delle finanze del G7 hanno dato l’ok alla disposizione di un tetto massimo per il prezzo del petrolio russo. Gazprom ha annunciato il blocco del gasdotto Nord Stream 1 per “guasti ancora da riparare”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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I ministri delle finanze del G7 hanno deciso di introdurre un tetto massimo al prezzo del petrolio proveniente dalla Russia. L'intento è quello di tagliare le entrate a Mosca e limitare l'impatto della guerra sui prezzi dell'energia in costante aumento. Il Cremlino ha reagito subito e ha sottolineato di non voler vendere petrolio ai Paesi che praticheranno il price cap.

Solo qualche ora dopo queste dichiarazioni, però, è arrivata la vera e propria "vendetta". In serata infatti Gazprom ha fatto sapere che il Nord Stream, gasdotto principale per il trasporto del gas russo verso l'Europa, domani non ripartirà.

Il gasdotto avrebbe dovuto riprendere la sua attività dopo tre giorni di manutenzione, ma non sembra essere questa l'intenzione di Mosca. Gazprom infatti ha dichiarato che l'impianto non potrà riprendere le forniture a causa di alcuni guasti non ancora riparati. Il trasporto di gas, quindi, è stato "completamente fermato". Torna quindi lo spettro di uno stop totale dei rifornimenti.

Solo poche ore prima della nuova crisi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si era detta sicura di voler applicare un tetto ai prezzi del gas russo in Europa per non permettere a Putin di "guadagnare sulla guerra in Ucraina".

La contrarietà di Mosca era già stata resa evidente dal vicecapo del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente Dmitry Medvedev. "Se l'Unione imporrà un price cap, la Russia non concederà più gas all'Europa" aveva detto laconicamente prima dell'annuncio ufficiale.

Resta ora capire come sarà applicata la decisione del G7 e quali cambiamenti potrà subire la disposizione dopo lo stop imposto da Gazprom. L'Unione Europea continua a lavorare per contrastare i prezzi dell'energia.

La priorità, in attesa di una maggiore indipendenza europea, è quella di risparmiare soprattutto negli "orari di picco". Servirà poi investire nelle rinnovabili sul medio termine e valutare misure come il decoupling, ossia la separazione tra il prezzo del gas e quello dell'elettricità.

La Commissione starebbe lavorando a un piano per il risparmio dell'elettricità simile a quello già pensato per il gas. Sembra esserci infatti la volontà di introdurre un limite di prezzo per le tecnologie definite "inframarginali", ossia utili alla generazione di energia da fonti quali rinnovabili, nucleare e carbone, perché hanno generato extraprofitti a causa dei costi elevati del gas. Da qui arriverebbero fondi per intervenire sui prezzi al dettaglio.

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