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Anche la Finlandia riconosce l’autodeterminazione di genere con una nuova legge

Anche la Finlandia riconosce l’autodeterminazione di genere. Con una legge approvata in larga maggioranza dal governo guidato da Sanna Marin, le persone potranno ora cambiare il proprio sesso registrato all’anagrafe attraverso una semplice autodichiarazione.
A cura di Chiara Ammendola
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È stata approvata con 113 voti favorevoli e 69 contrari la legge che permetterà alle persone in Finlandia di poter cambiare il proprio sesso registrato all'anagrafe senza bisogno di sottoporsi a un intervento chirurgico o a delle valutazioni psichiatriche, ma solo attraverso una semplice autodichiarazione.

La cosiddetta “legge trans” è stata proposta direttamente dal governo socialdemocratico guidata da Sanna Marin che l'ha sempre descritta come una sua priorità. Gli emendamenti contenuti al suo interno aboliscono anche una disposizione sanitaria che richiedeva alle persone transgender di fornire un certificato medico che ne attestasse la sterilità. Un modo per impedire alle persone trans di poter avere figli.

“Ci aspettavamo che il disegno di legge passasse, ma nelle ultime settimane c'è stata una campagna incredibilmente forte contro la legge”, le parole di Kerttu Tarjamo, segretario generale di Seta, la comunità LGBTQI+ più antica della Finlandia.

Di fatto dunque da oggi in Finlandia sarà possibile riconoscersi come uomo o donna sulla base esclusiva della percezione che si ha di sé. Leggi simili finora sono state approvate in Spagna, Danimarca, Irlanda, Belgio, Portogallo, Norvegia e Svizzera, mentre il governo britannico ha posto il veto a un disegno di legge simile alla Scozia.

In Italia il cambio di genere riconosciuto legalmente è sancito dalla legge 164 del 1982 secondo cui è necessaria la ‘rettificazione chirurgica' del sesso, ma col tempo "grazie alle battaglie in sede giudiziaria, le persone transgender ed ora anche quelle non binarie possono rettificare i propri documenti anagrafici senza l'obbligo di ricorrere ad interventi invasivi e sterilizzanti", come spiegato a Fanpage.it da Cristina Leo, attivista e vicepresidente di Gender X APS di Roma.

“Alcuni di questi principi sono stati ribaditi da due importanti sentenza, della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione entrambe del 2015 – spiega – rimane il fatto, che il percorso di affermazione di genere in Italia è tutt'oggi, un percorso complesso e tortuoso che richiede un iter psicologico medico e legale. Insomma, siamo ancora lontane/i, dal poter affermare il principio dell'autodeterminazione”.

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