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Anche in Spagna aumentano i femminicidi: “L’isolamento ha dato ai violenti il controllo”

Aumentano le richieste di aiuto alle helpline, diminuiscono le denunce alla polizia. Anche la Spagna, come l’Italia, sta affrontando un aumento esponenziale dei casi di violenza di genere in quarantena. “L’obiettivo della violenza di genere è sempre il controllo, l’isolamento dà all’aggressore l’ambiente desiderato, perché la donna ha molte difficoltà a uscire da quel contesto e denunciarlo” dice la presidente dell’Osservatorio sulla ‘violenza maschista’ in Spagna.
A cura di Angela Marino
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Aumentano le richieste di aiuto alle helpline, diminuiscono le denunce alla polizia. Anche la Spagna, come l'Italia, sta affrontando un aumento esponenziale dei casi di violenza di genere, quella che in Spagna, un Paese che aveva posto il problema della violenza sulle donne come strutturale già dal Duemila, chiama violencia machista.  Diciannove donne sono state assassinate in Spagna quest'anno da partner o ex partner e in un Paese diventato il secondo al mondo con più morti per coronavirus, anche i numeri delle vittime di violenza di genere salgono. Lo aveva preventivato, dai primi giorni in cui era stato dichiarato lo stato di emergenza, proprio il premier Pedro Sànchez, che così scriveva su Twitter: "In questi giorni di confinamento in cui vittime e maltrattanti convivono il rischio è più alto. Faccio appello alla responsabilità di tutti e tutte di fronte al sospetto di un singolo caso di violenza machista". Il premier, dunque, sulla scia di quanto accaduto in Europa e soprattutto in Italia, dove la violenza di genere è esplosa come fenomeno emergenziale laterale a quello della pandemia, ha posto immediatamente il problema di un aumento dei casi di quella che in Spagna chiamano violenza machista.

Il governo contro la ‘violenza machista'

A dargli ragione sono arrivati i dati. Solo nelle prime due settimane di aprile – come scrive The Guardian –  c'è stato un aumento del 47%, rispetto all'anno scorso, delle chiamate all'helpline per violenza domestica, molte delle quali riguardavano la custodia condivisa dei bambini e i diritti di visita nella situazione di blocco. Contestualmente, tuttavia, sono diminuite le denunce sporte presso le forze dell'ordine. Il problema, in Spagna come in Italia in una situazione di alta prossimità fisica tra vittime e carnefici è che le donne non possono parlare al cellulare, scrivere messaggi o allontanarsi da casa eludendo il controllo del maltrattante. Per questo nel Paese iberico è nato ‘Mascarilla-19', un protocollo di richiesta di aiuto sperimentato alle Canarie e poi esteso su tutto il territorio.  "L'obiettivo della violenza di genere è sempre il controllo, il dominio e la sottomissione. L'isolamento dà all'aggressore l'ambiente desiderato, perché la donna ha molte difficoltà a uscire da quel contesto e denunciarlo" ha detto María Ángeles Carmona, Presidente dell'Osservatorio contro la violenza domestica e di genere.

Il programma Mascarilla-19: denunciare in sicurezza

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Mascarilla-19: è questo il codice da usare per chiedere di attivare immediatamente il protocollo di soccorso per violenza di genere, in forma protetta e senza violare le norme anticontagio. L'omonimo programma è stato istituito in accordo con le farmacie per fornire soccorso e assistenza alle vittime di violenza di genere che non possono recarsi a sporgere denuncia né chiamare aiuto dalla propria abitazione. Il luogo deputato a questo sistema è quello maggiormente frequentato durante questo periodo: le farmacie. Così, se una donna  ha bisogno di aiuto, può uscire di casa senza destare sospetto né allarme nel violento e chiedere aiuto con la parola in codice. Nei casi più gravi, tuttavia, esiste la possibilità, per le vittime, di mandare una richiesta d'aiuto alle forze dell’ordine con messaggistica istantanea geolocalizzabile, in modo che possano essere raggiunte e soccorse immediatamente. "La Spagna è pioniera nella lotta contro la violenza di genere", dice ancora Carmona. "È il primo paese a renderlo un problema di stato, con una legislazione specifica risalente al 2004 e supportata da tutti i partiti parlamentari nel 2017. Siamo un modello per altri paesi, alcuni dei quali non tengono nemmeno le statistiche ufficiali delle donne assassinate".  

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