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Amina è morta: aveva 8 settimane di vita e 60 ossa rotte nel suo corpicino. Genitori condannati a 7 anni

Amina-Faye è morta a Londra nell’aprile del 2019. Benjamin O’Shea, 26 anni, e Naomi Johnson, 24 anni, di Southwark, sono stati condannati ieri 28 gennaio.
A cura di Biagio Chiariello
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Quando la piccola Amina-Faye Johnson è morta nell'aprile del 2019, aveva almeno sessanta ossa del corpo rotte. La bimba aveva appena 8 settimane di vita. Ora la Corte di Londra ha condannato i genitori, Benjamin O'Shea, 26 anni, e Naomi Johnson, 24 anni, di Southwark, rispettivamente a otto anni e mezzo e sette anni di carcere. Secondo quanto stabilito dai genitori, la coppia avrebbe causato "gravi danni fisici in relazione alla morte" della loro figlioletta. Sono stati inoltre giudicati colpevoli di crudeltà nei confronti di un minore, con i crimini descritti dalla polizia metropolitana come "mostruosi". I radiologi hanno riscontrato fratture multiple sul corpicino di Amina-Faye "altamente indicative del fatto che" la bimba "avesse subito continui abusi fisici" per mano di O'Shea e Johnson, ha stabilito la polizia.

I genitori erano stati arrestati lo scorso maggio. Avevano provato a difendersi puntando il dito contro il loro medico di base "per le vaccinazioni di routine" fatte alla piccola e contro i paramedici: "Hanno causato loro quelle fratture". Il giudice Nigel Peters ha affermato che "purtroppo" questo è "l'ennesimo caso straziante di genitori che abusano del loro bambino", aggiungendo che "non c'è dubbio che questo sia un caso di prim'ordine gravità in termini di crudeltà verso i bambini in quanto a lesioni".

La coppia ha chiamato il 999 (numero per le emergenze nei Paesi anglosassoni) la mattina del 26 aprile 2019, dopo che Amina aveva smesso di respirare. Inizialmente si era parlato di "morte improvvisa e inspiegabile", ma poi gli esami  hanno rivelato una lunga liste di ferite e lesioni inflitte alla bambina da O'Shea e Johnson. Un esperto in Patologia Osteoarticolare ha affermato che non sarebbero mai potute essere provocato accidentalmente e ha affermato che Amina aveva subito fratture agli arti e alle costole in almeno nove occasioni. Le ferite suggerivano anche che la piccola avesse precedentemente subito un'emorragia cerebrale. Non è stato possibile stabilire con esattezza quale dei due genitori "abbia causato le ferite mortali e chi si è tirato indietro e ha permesso che accadesse", ha chiarito la corte.

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