Ambasciatrice Usa alla NATO: “A Bucha crimini di guerra, raccogliamo prove su responsabilità di Putin”
"Non sappiamo come procederemo, ma vogliamo la verità su quello che è successo a Bucha". A parlare è Julianne Smith, ambasciatrice Usa alla NATO, che nel corso di un briefing con la stampa internazionale, a cui ha partecipato anche Fanpage.it, ha fatto il punto della situazione sulla guerra in Ucraina e, in particolare, sull'orrore consumatosi nella città a Nord di Kiev, da dove nel fine settimana sono arrivate immagini di cadaveri di civili giustiziati per strada, fosse comuni e stanze delle torture. "Ora stiamo collezionando tutte le informazioni possibili, stiamo sentendo cittadini e Ong per mettere insieme tutti i tasselli della situazione di Bucha e di altre città. È chiaro ciò che ha detto Biden, abbiamo visto crimini di guerra ed altre atrocità. Non so esattamente come procederemo, ma è necessario raccogliere quante più informazioni possibili per ritenere Putin e il suo team responsabili".
Smith ha parlato alla vigilia del summit dei ministri degli Esteri della NATO a Bruxelles, a cui parteciperanno anche Georgia, Finlandia e Svezia, oltre che l’Australia, il Giappone, la Nuova Zelanda e la Corea del Sud. "Non stiamo cercando di espanderci verso il Pacifico, ma vogliamo aumentare la collaborazione con altri paesi", ha spiegato l'ambasciatrice Usa, la quale ha aggiunto: "L'incontro di domani e giovedì si focalizzerà su una serie di temi, tra cui, ovviamente la guerra in Ucraina. Come tutti sapete, gli alleati della Nato si sono riuniti in questo momento e hanno provveduto a supportare dal punto di vista umanitario, economico e non solo Kiev, prima ancora che la guerra cominciasse e sicuramente dopo il 24 febbraio. Continueremo a farlo. I ministri degli Esteri cercheranno di capire cos'altro gli alleati individualmente e collettivamente possano fare per supportare i cittadini ucraini, ovviamente anche sulla scia delle terribili immagini che sono arrivate da Bucha. Ma gli alleati porteranno anche la loro attenzione sulle sfide future, tra cui cyber security e nuove tecnologie", ha detto Smith.
Su Svezia e Finlandia Smith ha detto: "Dovranno prendere la loro propria decisione nazionale se vogliono o no unirsi all'Alleanza, non è una nostra decisione, la Nato non fa inviti", ribadendo che la Russia non ha nessun "veto. La nostra politica delle porte aperte rimane: Mosca ha fatto del suo meglio nei mesi scorsi per farci rivedere questa politica, la risposta che è arrivata in stereo da tutti membri", ha affermato.
L'ambasciatrice ha anche spiegato, rispondendo a una delle domande, che "già prima del 24 febbraio, data d'inizio dell'invasione russa, la NATO sapeva che bisognava aumentare la sicurezza sul fronte est. I nostri sforzi sono continuati anche dopo l'inizio della guerra, con sempre più paesi che hanno offerto truppe e navi. Bisogna anche sottolineare la velocità con la quale gli alleati hanno rafforzato i confini a Est. Abbiamo creare 4 nuovi gruppi di battaglia negli Stati baltici e in Polonia dopo l'annessione della Crimea alla Russia e ora ne abbiamo altri 4 per un totale di 8 gruppi di battaglia che coprono tutto il lato Orientale da Nord a Sud".