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Amazzonia, Brasile rifiuta 20 milioni di aiuti dal G7. Aperta inchiesta sui roghi dolosi

“Ringraziamo, ma questi fondi potrebbero essere più utili per la riforestazione dell’Italia”, ha fatto sapere il capo di gabinetto del presidente Jair Bolsonaro. Intanto si indaga su un gruppo di “sindacalisti, produttori rurali, commercianti e invasori di terre agricole” che su Whatsapp avrebbero organizzato “un giorni di fuoco”, per “appoggiare il presidente che vuole allentare i controlli dell’Istituto per l’ambiente”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il governo brasiliano ha comunicato che dirà ‘no’ all'offerta del G7 di 20 milioni di dollari di aiuti per la lotta agli incendi in Amazzonia. "Ringraziamo, ma questi fondi potrebbero essere più utili per la riforestazione dell'Italia", scrive su un blog Onyx Lorenzoni, capo di gabinetto del presidente Jair Bolsonaro. "Il Brasile è un Paese democratico e libero che non ha mai avuto pratiche colonialiste e imperialiste, che è forse l'obiettivo del presidente Macron", ha aggiunto. Un rifiuto che stupisce alla luce del fatto che in precedenza il ministro dell'Ambiente brasiliano Ricardo Salles aveva che l'aiuto del G7 sarebbe stata gradito.

L'inchiesta sui roghi dolosi

E se da una parte Bolsonaro critica i dati internazionali sugli incendi in Amazzonia, affermando che la situazione “rientra nei limiti normali” e che i roghi sono "sotto controllo", il ministro brasiliano per la Giustizia e la Sicurezza, Sergio Moro, ha fatto sapere che sarà aperta un’indagine sui roghi dolosi. Nello specifico si vuole far luce su un presunto gruppo su Whatsapp, con una settantina di iscritti, che sarebbe stato usato per organizzare un “giorno di fuoco” lo scorso 10 agosto, con incendi appiccati in modo sistematico a ridosso di un’autostrada federale. La denuncia è partita da un reportage pubblicato da Globo Rural, giornale per temi agricoli del gruppo Globo. Stando a quanto si legge, l’obiettivo del gruppo di “sindacalisti, produttori rurali, commercianti e invasori di terre agricole” era di “mostrare al presidente Bolsonaro che appoggiano la sua idea di rendere meno stringenti i controlli dell’Ibama (Istituto per l’ambiente) e forse perfino farsi perdonare le multe che hanno ricevuto per infrazioni ambientali già commesse”.

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