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Almeno 184 persone uccise da una gang ad Haiti: massacrate per vendicare la morte del figlio del capo

Ad Haiti più di 180 persone sono state uccise durante il fine settimana dai membri di una gang nella capitale del Paese, Port-au-Prince. A confermare la notizia sono le Nazioni Unite. La strage sarebbe stata ordinata dal capo della gang per vendicarsi della morte del figlio.
A cura di Eleonora Panseri
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Haiti gang - immagine di repertorio
Haiti gang – immagine di repertorio

Ad Haiti più di 180 persone sono state uccise durante il fine settimana dai membri di una gang nella capitale del Paese, Port-au-Prince. A confermare la notizia sono le Nazioni Unite.

Come riporta la Bbc, secondo la National Human Rights Defence Network (RNDDH), la strage sarebbe stata ordinata dal capo della gang per vendicarsi della morte del figlio.

In base a quanto è stato ricostruito, l'uomo avrebbe consultato un sacerdote voodoo, il quale avrebbe accusato gli anziani del posto di aver lanciato una maledizione contro il ragazzo. Il capo della gang avrebbe quindi deciso di punire tutti gli anziani e i praticanti voodoo, ritenendoli responsabili della malattia e della morte del figlio.

Mentre i dettagli del massacro stanno ancora emergendo, nella mattinata di lunedì 9 dicembre il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha fatto sapere che le persone uccise nel fine settimana sarebbero almeno 184. Gli omicidi sarebbero avvenuti nel quartiere Cité Soleil.

Secondo quanto riferito, i membri della gang avrebbero rapito dalle loro case decine di residenti, molti di età superiore ai 60 anni ma altri anche più giovani, che hanno tentato di difendere gli anziani, li avrebbero radunati per poi ucciderli a colpi di arma da fuoco o con coltelli e machete. I residenti hanno detto di aver visto corpi mutilati bruciati per le strade.

Il capo della gang ritenuto responsabile del massacro è stato identificato come Monel Felix, noto anche come Mikano. L'uomo controlla Wharf Jérémie, un'area strategica nel porto della capitale. Haiti è in balia della violenza delle gang dall'assassinio dell'ex presidente Jovenel Moïse, avvenuto nel 2021.

Con le bande che controllano circa l'85% di Port-au-Prince e porzioni sempre più vaste della campagna, centinaia di migliaia di haitiani sono stati costretti ad abbandonare le loro case.

Secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, nel Paese sono più di 700mila le persone sfollate, metà delle quali sono bambini. I membri delle gang ricorrono spesso anche alla violenza sessuale e agli stupri di gruppo per seminare il terrore tra la popolazione locale. Le Nazioni Unite hanno riferito che quest'anno sarebbero circa 5mila le vittime della spirale di violenza delle gang.

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