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Alluvioni in Kenya, 154 morti per le piogge torrenziali: oltre 300mila rifugiati senza cibo e acqua

L’appello di Medici senza Frontiere: “Eccezionale stagione delle piogge in Kenya, le alluvioni stanno mettendo a rischio centinaia di migliaia di persone senza cibo e acqua. La comunità internazionale intervenga al più presto”.
A cura di Ida Artiaco
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Le piogge torrenziali che stanno provocando alluvioni in gran parte dell'Africa Orientale stanno mettendo in ginocchio soprattutto il Kenya, dove nelle ultime ore il bilancio delle vittime del maltempo è salito a quota 154. I nubifragi hanno completamente interrotto l'accesso ad alcune parti delle contee di Garissa e Mandera, lasciando molti residenti senza riparo e senza acqua potabile o scorte di cibo.

Quest'area comprende il complesso profughi di Dadaab, che ospita circa 300mila persone, la maggior parte provenienti dalla Somalia. Le piogge, iniziate l'8 novembre scorso, hanno spazzato via i ponti e reso le strade impraticabili, impedendo ai camion di consegnare cibo e alle organizzazioni umanitarie di raggiungere la zona.

Per questo, squadre di Medici Senza Frontiere, che già lavoravano nel campo profughi di Dagahaley, uno dei tre campi che costituiscono Dadaab – hanno lanciato attraverso Fanpage.it un appello affinché la comunità internazionale, i cui ora sono puntati sulla Cop28, intervenga al più presto.

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"Il livello dell’acqua continua ad aumentare, costringendo i residenti del campo di Dagahaley ad abbandonare i propri rifugi", ha spiegato Ali Muhammed, che si sta rifugiando in una scuola per sfuggire alle acque alluvionali. "Noi siamo in 30 stipati in un'aula e affrontiamo notti insonni e infestate da insetti e zanzare".

Negli ultimi 12 mesi, il campo di Dagahaley in particolare ha visto un forte aumento della malnutrizione, oltre ad un'epidemia di morbillo e di colera. Trascurati dalle organizzazioni internazionali, i rifugiati a Dadaab hanno sempre più bisogno di assistenza umanitaria di base. Anche prima dell’inizio delle piogge non avevano ad esempio accesso a latrine funzionanti, al punto che all’inizio del 2023 le équipe di MSF ne hanno costruite 150 per affrontare le allarmanti condizioni sanitarie e prevenire un’ulteriore diffusione di malattie.

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Con le piogge torrenziali questa situazione è letteralmente esplosa. "Il prolungato e mancato accesso all’acqua potabile può portare allo scoppio di malattie trasmesse dall’acqua, come epatite A, epatite E, dissenteria, tifo, poliomielite e colera", ha spiegato Sajad Hussein, Advocacy, responsabile di MSF a Dagahaley.

Inoltre, la scarsità di cibo potrebbe portare a ulteriori picchi di malnutrizione, mentre l’acqua stagnante diventa l'ambiente ideale per la circolazione delle zanzare, portatrici di patologie come la malaria e la febbre dengue. "I bisogni delle persone devono essere soddisfatti con urgenza per prevenire conseguenze più gravi", ha continuato Hussein. Per il quale le prospettive non sono rosee. "Questa eccezionale stagione delle piogge ha visto molte comunità perdere bestiame, raccolti o entrambe le cose, il che significa che le persone continueranno a soffrire per molto tempo se le acque si abbassano", ha concluso.

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