Alluvione a Valencia

Alluvione Valencia, gli studenti italiani in Erasmus che spalano il fango: “Aiutare era il minimo”

Le strade che portano ai comuni alluvionati straripano di volontari. Pale e secchi sbattono mentre stivali e scarponcini si muovono in una serpentina lungo i ponti della città. Sono i volontari che aiutano Valencia a rialzarsi dopo l’alluvione.
A cura di Gabriel Bernard
528 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Camminando lungo i ponti sopra il Rio Turia a Valencia, dove sono saliti a più di 2oo i morti per l'alluvione, si trovano due categorie di persone: chi ha i pantaloni puliti e chi li ha pieni di fango. I primi stanno andando ad aiutare, i secondi rientrano dopo averlo fatto.

La lunga serpentina inizia dalla rampa che porta al ponte, un poliziotto in basso fischia per far salire, un altro in alto fischia per far scendere. Così, decine e decine di persone si muovono lungo una coda che non sembra aver fine. Il filo conduttore? La voglia di aiutare.

Immagine

"Qui a Valencia stiamo bene, ho l’energia e dare una mano mi fa piacere", dice Silvia, una giovane studentessa di Milano, che è in Spagna in Erasmus. Sorride. Dietro la schiena ha legata una scopa, che di lì a poco inizierà a usare per togliere il fango. Alla domanda: "Come ti sei sentita quando hai saputo della notizia?", risponde: "Agitata, perché questi disastri naturali sono sempre più frequenti. Pensare che a dieci chilometri da dove vivo, le persone non hanno niente, mi fa molta impressione. La situazione è gravissima".

Il poliziotto fischia mentre scope e secchi sbattono tra loro e la catena umana si muove lungo il ponte Jorge Melià Lafarga. Legata a un palo sventola una bandiera valenciana, sullo sfondo pantaloni sporchi di terra.

I volontari non rompono mai le righe e la colonna prosegue fino ad addentrarsi tra le strade di Benetússer.

Immagine

Nella colonna umana ci sono altri due ragazzi, che parlano in italiano. Si chiamano Adriano e Antonio, anche loro in Erasmus nella città. "Mi è sembrato proprio il minimo indispensabile. L’università è chiusa, così possiamo aiutare con facilità", dice Antonio. Gli fa eco Adriano: "Abbiamo notato che c’è veramente una scarsa organizzazione da parte di tutti quanti. È tutto lasciato allo sbaraglio, non si capisce. La situazione è drastica, non promette bene".

Antonio prima di proseguire con gli altri volontari pronuncia una frase che si sente spesso tra le strade valenciane: “Se non ci fossero i volontari che portano l’acqua, le scope, il cibo, nessuno avrebbe nulla".

Intanto l'Agenzia Meteorologica Statale spagnola ha diramato un'allerta arancione per oggi sul litorale della provincia di Valencia, sulla costa e nell'entroterra settentrionale di Castellon.

528 CONDIVISIONI
40 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views