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Covid 19

Allarme dei medici a Marsiglia: “Non vogliamo scegliere chi curare, terapie intensive al limite”

I medici di Marsiglia, in Francia, hanno lanciato un appello affinché cali al più presto la pressione dei ricoveri dei pazienti Covid sulle terapie intensive, quasi al limite, mentre in città e nel resto della regione dell’Aix-en-Provence entrano in vigore nuove misure restrittive per contenere la diffusione del contagio: “Speriamo tutti che questa ondata sia più breve e meno letale possibile, ma non vorremmo dover scegliere chi curare”.
A cura di Ida Artiaco
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Nella Francia alle prese con un la seconda ondata di Coronavirus, la situazione è particolarmente drammatica a Marsiglia, tra le città con il più alto numero di nuovi positivi. Al punto che i medici degli ospedali locali, dopo l'impennata del numero dei pazienti in terapia intensiva, hanno lanciato un appello: "Non possiamo più gestire i due flussi, pazienti Covid e non Covid", ha spiegato a BFMTV Jean-Luc Jouve, primario di ortopedia pediatrica dell'ospedale La Timone e firmatario di una lettera insieme a 19 dirigenti APHM, ospedali pubblici di Marsiglia. Un terzo dei ricoverati attualmente ha un'età compresa tra i 40 e i 65 anni e oltre il 40 per cento dei letti in rianimazione sono occupati da soggetti positivi a Sars-CoV-2, in costante aumento da cinque settimane. Non sono quindi più disponibili per accogliere pazienti con altre condizioni gravi come traumi multipli, cancro o trapianti, che pure meritano le migliori cure.

"Questa mattina andrò nel mio ospedale e negozieremo con i rianimatori perché chiederemo loro se hanno cinque letti per ricevere i nostri pazienti. Sceglieremo chi è in pericolo di vita, chi non può aspettare la richiesta di chemioterapia, per sapere chi sarà prioritario nella scelta degli interventi chirurgici. Una scelta – ha concluso – che i medici vorrebbero non dover fare". I medici si dicono sì "consapevoli delle terribili conseguenze che questa crisi ha provocato all'economia, ma noi restiamo nel nostro ruolo di medici: i politici decidono e noi ci prendiamo cura dei pazienti", hanno concluso aggiungendo che "la pressione sui letti in rianimazione ci ha già costretti a posticipare gli interventi chirurgici dei pazienti non Covid, e ulteriori proroghe sono sono già programmate per la prossima settimana". Inoltre, "nonostante tutti i nostri sforzi e le nostre richieste, non riusciamo a trovare il personale medico e paramedico da assumere per aumentare la nostra capacità complessiva di ricovero. È quindi imperativo che il flusso dei ricoveri Covid nel reparto rallenti molto rapidamente in modo da poter fornire un'assistenza di qualità a tutti i pazienti. Speriamo tutti che questa ondata sia più breve e meno letale possibile. Contando sulla solidarietà di tutti, i medici dell'APHM uniti contro questa epidemia faranno del loro meglio per garantire che tutti ricevano le cure di cui hanno o di cui avranno bisogno".

Intanto sono scattate in città e nell'intera regione di Aix-en-Provence le nuove misure restrittive decise dal governo per arginare i contagi da Coronavirus, che prevedono anche la chiusura di bar e ristoranti e che saranno operative per 15 giorni con un bilancio previsto fra una settimana. Anche Parigi si appresta, da stasera, a rendere operative le nuove disposizioni sulla chiusura dei bar e sul divieto di vendere alcol dalle 22. Restrizioni sono scattate anche in tutto il nord della Francia, con chiusura di bar e sale da thè alle 22 e divieto di vendere alcol e diffondere musica amplificata dalle 20. L'obiettivo, ora, è di dissuadere la popolazione dall'organizzare feste in appartamenti privati aggirando così il divieto di assembramento nei pubblici spazi.

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