Guerra Ucraina – Russia, allarme antiaereo suona in sei regioni nella notte, esplosioni anche a Odessa
Nella notte tra ieri e oggi, lunedì 19 giugno, hanno suonato gli allarmi antiaerei in sei regioni dell'Ucraina. Sotto attacco, secondo quanto riferito dai media locali, anche Odessa. Nella città portuale, infatti, si sono udite una serie di esplosioni dovute al lancio di quattro missili da crociera di tipo Kalibr da parte della Russia.
Stando a quanto sostenuto dalle forze armate ucraine, i missili sono stati tutti distrutti in volo. L'allarme antiaereo è scattato nelle prime ore della mattinata in sei regioni dell'Ucraina: le sirene hanno svegliato gli oblast di Odessa, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Sumy, Zaporozhzhia e Donetsk.
Le accuse tra Kiev e Mosca sul crollo della diga di Kakhovka
Continuano nel frattempo le accuse tra Mosca e Kiev sulle responsabilità per il crollo della diga di Kakhova. Il New York Times afferma che, "nonostante siano teoricamente possibili diverse spiegazioni", le prove indicano che la diga è stata distrutta da un'esplosione avvenuta nella "parte" controllata dalla Russia.
Secondo il giornale statunitense, la diga aveva un tallone d'Achille risalente all'epoca sovietica. Solo Mosca, secondo quanto scritto, aveva i disegni tecnici e poteva sapere dove si trovasse. "Kakhova – spiega ancora – è stata costruita con un enorme blocco di cemento alla base ed è attraversata da un piccolo passaggio raggiungibile dalla sala macchine. Proprio qui, suggeriscono le prove, è esplosa la carica che ha distrutto la diga".
L'Onu accusa la Russia di bloccare aiuti destinati alle vittime della diga
Secondo l'Onu, Mosca starebbe bloccando gli aiuti destinati alle vittime dell'esplosione della diga. Le Nazioni Unite sostengono che il Cremlino stia bloccando le consegne degli aiuti umanitari nelle aree sotto il suo controllo. La rottura della diga avvenuta il 6 giugno ha causato inondazioni in diverse aree della regione di Kherson sotto il controllo russo e ucraino, costringendo migliaia di persone a fuggire. "Il governo della Federazione Russa ha finora rifiutato la nostra richiesta di accedere alle aree sotto il suo temporaneo controllo militare", ha dichiarato ieri la coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per l'Ucraina, Denise Brown.
"Le Nazioni Unite continueranno a fare tutto il possibile per raggiungere tutti quelli che soffrono a causa della recente distruzione della diga e che hanno urgente bisogno di assistenza salvavita, non importa dove si trovino", ha affermato Brown. "Esortiamo le autorità russe ad agire in conformità con i loro obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale".