Algeria, precipita aereo militare da trasporto: “Tutti morti i 250 passeggeri a bordo”
Gravissimo incidente aereo nella mattinata di mercoledì in Algeria. Un velivolo militare da trasporto truppe con oltre duecento persone a bordo si è schiantato al suolo in fase di decollo nei pressi della città di Boufarik, nella provincia di Blida, a circa 30 km a sud-ovest della capitale Algeri. Allo schianto, avvenuto in un campo vicino all'autostrada che collega Boufarik a Blida, hanno assistito numerose persone che hanno filmato anche i momenti immediatamente successivi quando una grossa colonna di fumo nero si è levata in cielo. Alcuni Testimoni hanno riferito anche di aver visto uno dei motori andare a fuoco subito dopo il decollo del velivolo anche se al momento è difficile poter accertare le cause esatte dello schianto.
Secondo i media locali, l'aereo interessato è un velivolo da trasporto di fabbricazione russa prodotto dalla Ilyushin, un IL76, che era usato dall'esercito locale. L'incidente intorno alle 8 ora locale (le 9 in Italia), poco dopo il decollo dallo scalo di Boufarik, un grande campo situato distante dal centro della città ma nei pressi dell'autostrada. L'aereo era diretto a Bechar, nel Sud ovest del Paese nord africano. Dopo lo schianto sul posto sono subito scattate le operazioni di soccorso nelle quali sono stati mobilitati 130 uomini tra vigili del fuoco e protezione civile, oltre alle ambulanze e ai medici anche se la possibilità di ritrovare persone ancora in vita al momento appare remota. Tutte le strade intorno all'aeroporto militare sono state chiuse per aiutare i servizi di emergenza. Secondo un primo e già tragico bilancio dell'accaduto, i soccorritori hanno individuato al momento già oltre duecento cadaveri. Un portavoce dell'agenzia per la protezione civile algerina parlando con la tv locale ha confermato che ci sono più di 250 morti tra cui alcuni membri del Fronte Polisario, una formazione militante e politica attiva nel Sahara Occidentale che chiedono indipendenza dal Marocco. Sull'incidente è stata già aperta una inchiesta militare.