Alessandro Coatti, ucciso e fatto a pezzi in Colombia: aperta inchiesta, spunta la pista dei paramilitari

La Procura di Roma aprirà un fascicolo d'inchiesta in relazione alla morte del ricercatore italiano Alessandro Coatti, di 42 anni, ucciso e fatto a pezzi in Colombia. Il procedimento per omicidio sarà coordinato dal procuratore capo Francesco Lo Voi. La notizia del decesso di Coatti è stata confermata dell'Ambasciata di Bogotà ed ha raggiunto l'Italia due giorni fa. La testa e le braccia dell'uomo sono state trovate da alcuni bambini in una valigia in prossimità dello stadio della cittadina di Santa Marta, mentre altre parti del corpo erano in altri luoghi della città. La polizia è risalita all'identità di Coatti grazie al bracciale di un albergo che aveva ad un polso.
Intanto sulla vicenda, i cui contorni sono ancora oscuri, indagano le autorità colombiane. Dietro questa esecuzione dal modus operandi spietato e "firmato", si fa strada con sempre maggiore insistenza la pista dei gruppi paramilitari locali, una piaga che continua a insanguinare vaste aree del Paese sudamericano. Se tale tesi venisse confermata, il nome di Coatti, 38 anni, laureato alla Scuola Normale Superiore di Pisa, con specializzazioni presso il prestigioso Max Planck Institute e un passato recente alla Royal Society of Biology di Londra, si aggiungerebbe alla lunga lista delle vittime di una Colombia ancora attraversata da conflitti irrisolti.
Il 42enne era arrivato nel Paese per una vacanza-studio. Il 3 aprile ha lasciato l’hotel in taxi: da quel momento, il silenzio. Il suo corpo, fatto a pezzi, è riemerso solo tre giorni dopo, in tre luoghi distinti della città. Secondo gli investigatori sarebbe da escludere, almeno per il momento, un coinvolgimento diretto dei cartelli della droga. Piuttosto, l’attenzione si concentra su due gruppi armati noti per azioni simili: il Clan del Golfo, uno dei più potenti eredi delle ex AUC (Autodefensas Unidas de Colombia), e le Autodefensas Conquistadores de la Sierra, attive proprio nella regione della Sierra Nevada.
Fonti locali hanno riferito che Coatti intendeva compiere escursioni ecoturistiche nella zona, in particolare verso Minca, definita la "capitale ecologica" della Sierra. Una destinazione che, al di là del fascino naturalistico, rappresenta anche una delle aree a più alta infiltrazione paramilitare del Paese. Le forze armate irregolari – spesso coinvolte in traffici, estorsioni e "pulizie sociali" – esercitano un controllo capillare sul territorio, imponendo le proprie leggi e punendo duramente chiunque venga percepito come una minaccia, anche se solo per errore o incomprensione.
Le autorità colombiane stanno scandagliando i tabulati telefonici e i movimenti bancari del ricercatore, mentre in Italia la Procura di Roma ha aperto un fascicolo, pronta a inviare una rogatoria per seguire da vicino le indagini sul campo. Non si esclude l'invio di un team investigativo, come già avvenuto nel caso Regeni in Egitto.