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Aleppo: ragazzo di 14 anni ucciso dai ribelli estremisti per blasfemia

Un ragazzo di 14 anni, venditore di caffè, è stato giudicato colpevole di blasfemia da un gruppo di ribelli estremisti. Dopo averlo punito con varie frustate, è stato ucciso pubblicamente davanti ai suoi genitori.
A cura di Laura Murino
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Un ragazzo di 14 anni è stato ucciso dai ribelli islamici per aver insultato il profeta Maometto nella città della Siria settentrionale di Aleppo. L’adolescente, Mohammed Qadda, era un venditore di caffè. Qadda si è rifiutato di servire del caffè a un cliente dicendo “anche se [il profeta] Mohammed torna in vita, non lo farò”. Alcuni ribelli estremisti stavano passando in una macchina nera davanti al luogo del diverbio proprio nel momento in cui il ragazzo stava pronunciando queste parole. Avendo sentito il ragazzo pronunciare questo commento, lo hanno arrestato, come dichiarato dai ribelli all'Aleppo Media Center. Inizialmente i ribelli hanno portato via il ragazzo, lo hanno frustato su tutto il corpo coprendogli il volto. Fatto ciò hanno deciso di riportare il ragazzo dove l’avevano requisito e una volta radunato familiari e amici hanno letto una frase in arabo classico, non in siriano, alla folla accusando il ragazzo di blasfemia. Dopo averlo colpito sulla bocca e poi sul collo. Una foto resa pubblica sabato pomeriggio mostra chiaramente i segni dei colpi che lo hanno ucciso.

Non sono ancora stati identificati i colpevoli del delitto. I genitori del ragazzo chiedono "perché hanno ucciso mio figlio", ha gridato la madre disperata all'Aleppo Media Center, "noi non siamo a favore o contro nessuno in questo conflitto, che Dio si vendichi su di loro". Aleppo è sotto il controllo di gruppi ribelli appartenenti ad Al Qaeda. Questi gruppi hanno istituito tribunali che guidano secondo la Shari. Inoltre, accolgono anche stranieri tra le loro fila, persone che si sono unite ai combattimenti per sostenere i ribelli estremisti.

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