Siria, bimba salvata grazie al sacrificio della sorellina: l’ha protetta con le braccia poi è morta
Nella tragedia del terremoto in Turchia e Siria la scintilla di una speranza arriva da Jandiris, a nord di Aleppo, cittadina siriana già devastata da 12 anni di guerra civile prima che dal sisma di lunedì scorso. A raccontare una storia struggente sono i Caschi Bianchi che hanno estratto dalle macerie una bambina: a salvare la piccola è stato il sacrificio della sorella maggiore, che l'ha avvolta con le sue braccia proteggendola dallo schiacciamento.
Lei è morta, mentre l'altra è riuscita a sopravvivere ed è stata tratta in salvo dai soccorritori. La storia è stata raccontata su Twitter dall'organizzazione umanitaria di protezione civile Caschi Bianchi, attiva nel nord-est della Siria, che ha anche pubblicato un video immortalando il commuovente momento. "La sua sorellina si è sacrificata… Momenti incredibili per salvare una bambina che era in grembo a sua sorella", si legge nel post scritto dai soccorritori. Nel filmato, si vedono le squadre di soccorso che "strappano" la bambina dalle braccia della sorella defunta sotto le macerie della loro casa.
Salvati dopo una 181 ore due fratelli di 8 e 15 anni
Nel frattempo le autorità turche e siriane continuano ad aggiornare la conta delle vittime, che ha orma superato la soglia di 40mila. Le operazioni si soccorso proseguono e giorno dopo giorno si continuando ad estrarre superstiti miracolosamente sopravvissuti per un'intera settimana sotto le macerie. Oggi, ad esempio, sono stati tratti in salvo nella città turca di Antiochia due fratelli di 8 e 15 anni: le squadre dei soccorritori sono riuscite a tirare fuori dalle macerie Harun e Eyüphan Serifoglu 181 ore dopo il sisma. Lo riporta Anadolu. "Quando li abbiamo visti, abbiamo dimenticato il mondo, abbiamo dimenticato tutto. Siamo felici" ha detto lo zio, aggiungendo tuttavia: "Abbiamo appena seppellito la loro madre. Il loro padre è tra le macerie".
ONU: "La fase del soccorso volge al termine"
La fase di soccorso, tuttavia, volge ormai al termine, come ha dichiarato il capo degli aiuti delle Nazioni Unite Martin Griffiths durante una visita alla città di Aleppo, nel nord della Siria. Lo riporta la Cnn. "Quello che abbiamo visto nelle zone colpite dal terremoto è che la fase di salvataggio, cioè tirare fuori dalle macerie le persone vive e trovare quelle morte, si sta concludendo. E ora parte la fase umanitaria: fornire un riparo, assistenza psicosociale, cibo, un senso del futuro è il nostro obbligo", ha osservato Griffiths. "Ad Aleppo ho sentito storie che fanno rabbrividire", ha aggiunto.