Alberto Cairo, medico a Kabul: “In Afghanistan crisi economica disastrosa, preoccupati da fame e freddo”
Sono trascorsi circa tre mesi dal 15 agosto 2021, da quando cioè i talebani sono tornati al potere a Kabul e gli Stati Uniti si sono ritirati insieme agli alleati occidentali. Dalla Capitale arrivano notizie non sempre precise su cosa sta succedendo. Per questo, Fanpage.it ha chiesto ad Alberto Cairo, medico e delegato del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Afghanistan, dove si trova da anni, di raccontare come e se è cambiata la vita per la popolazione locale, in particolare per le minoranze e per le donne, maggiormente colpite dall'oppressione talebana e lasciate senza diritto all'istruzione e al lavoro.
Dott. Cairo, quale è la situazione che si vive oggi in Afghanistan? In Italia arrivano notizie frammentarie e imprecise circa quello che accade a Kabul….
"Lo shock del cambio di regime sta piano piano passando, la gente comincia a rassegnarsi alla nuova situazione. Ancora in molti cercano di lasciare il paese, ma è diventato difficile. Il vero e immediato problema ora è la disastrosa situazione economica. L’inverno sta arrivando e una gran parte della popolazione non ha risorse per affrontarlo. A questo si aggiunge il problema dei diritti delle donne e la mancanza di inclusione in generale: tutto è concentrato nelle mani della etnia pashtun. Il clima generale è di preoccupazione e tristezza".
Può raccontarci un episodio in particolare capitato negli ultimi mesi, dopo il ritorno al potere dei talebani, che l'ha colpito?
"Ho visto tanti episodi di disperazione, gente che piangeva sapendo che la propria vita sarebbe radicalmente cambiata. Attività, valori e comportamenti considerati leciti e ‘normali' negli ultimi vent’anni, sarebbero, con il nuovo regime, diventati illeciti perché considerati immorali. Mi colpisce la determinazione delle donne che continuano a protestare per i diritti loro negati, malgrado sappiano di condurre una lotta impari".
Se dovesse fare una previsione, come crede che saranno i prossimi mesi?
"Non possono che essere cupi e difficili. Non sapere se domani ci sarà cibo per la famiglia è una situazione disperante. Tutti gli altri problemi – mi dicono gli afghani – possono aspettare. Fame e freddo no".
Cosa è cambiato da quando i talebani hanno ripreso il potere?
"Ho posto questa domanda a diversi afghani. Hanno risposto che si sentono nuovamente abbandonati, respinti dal mondo, dalla comunità internazionale. Il presente governo ha preso il potere militarmente e militarmente resterà. Col precedente regime una qualche partecipazione della gente al governo esisteva. Ora non più. La gente deve obbedire e basta. E torniamo al punto menzionato prima: povertà e insicurezza economiche sono aumentate. Da agosto gli stipendi non sono pagati, le donne non lavorano (sono autorizzate solo quelle nel campo sanitario), i prezzi sono saliti. Ci sono meno combattimenti, la sicurezza in generale è migliorata, ma non in maniera uguale per tutte le etnie. Un disastro".