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Al via il processo al marine che ha assassinato “American Sniper”

È iniziato il processo a carico di Eddie Ray Routh, l’ex marine che sparò al vero protagonista della storia raccontata nel film di Clint Eastwood.
A cura di Antonio Palma
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Inizia in queste ore uno dei processi più attesi negli Stati Uniti, quello al killer di “American Sniper”. Di fronte ad una giuria di dieci donne e due uomini infatti in Texas si è svolta la prima udienza del processo a carico di Eddie Ray Routh, l'ex marine accusato di aver sparato all'ex Navy seal Chris Kyle protagonista del film di Clint Eastwood campione di incassi. Secondo il procuratore distrettuale della Contea di Erat che sostiene l'accusa, il 27enne Eddie Ray Routh il 2 febbraio del 2013 sparò alle spalle di Chris Kyle e al suo vicino di casa Chad Littlefield in un poligono di tiro a circa 110 chilometri a sud ovest di Fort Worth dopo aver bevuto e fumato marijuana per trovare il coraggio di uccidere. Gli avvocati della difesa non rinnegano il doppio assassinio ma portano avanti la teoria dell'infermità mentale per il loro assistito. I legali infatti sostengono che il 27enne soffra di stress da disturbo post traumatico visto che l'ex marine non si era più ripreso dall'esperienza della guerra in Iraq.

Clamore per il processo

Proprio nel tentativo di salvarlo e di farlo reintegrare nella società, Chris Kyle lo aveva avvicinato portandolo con sé e cercando di diventargli amico, una decisione che però si è rivelata fatale. Il procuratore distrettuale però ha sottolineato che la malattia mentale non lo deve assolvere dalle sue responsabilità perché "Le malattie mentali, anche quelle che l'imputato può o può non avere, non impediscono alle persone di essere buoni cittadini, o di saper riconoscere il bene dal male". Attorno al processo si è creato molto clamore soprattutto dopo il film, anche ai candidati alla giuria infatti è stato chiesto se avessero visto il film tratto dalla biografia dello stesso Kyle e se avessero seguito il dibattito nazionale.

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