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Al confine tra Bulgaria e Turchia ronde di “cacciatori di migranti” bloccano i profughi

In un video pubblicato su Facebook si vedono un gruppo di vigilantes bulgari che bloccano con la forza alcuni migranti stesi per terra con le mani legate. “No Bulgaria. Andare in Turchia, immediatamente”, si sente dire a uno dei “cacciatori”, vestiti in tuta mimetica e i cui volti non sono visibili.
A cura di Claudia Torrisi
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Negli ultimi giorni è circolato parecchio sui social network un video amatoriale girato al confine tra Bulgaria e Turchia. Nel filmato si vedono un gruppo di vigilantes bulgari che bloccano con la forza alcuni migranti stesi per terra con le mani legate. "No Bulgaria. Andare in Turchia, immediatamente", si sente dire a uno dei "cacciatori", vestiti in tuta mimetica e i cui volti non sono visibili.

Quello delle ronde anti migranti al confine è un fenomeno diffuso da qualche mese in Bulgaria. Si tratta di gruppi di dieci o quindici persone, che girano per i boschi a bordo di quad o jeep e impediscono ai profughi di entrare nel paese. Una sorta di leader di questo movimento è il wrestler semi professionista Dinko Valev, diventato "famoso" perché autore di un video pubblicato lo scorso febbraio in cui bloccava e successivamente insultava un gruppo di migranti riversi a faccia in giù in attesa della polizia. La tv bulgara aveva dedicato addirittura un servizio a Valev, definendolo "un eroe". Alla Bbc ha dichiarato: "Questi migranti sono disgustosi e dovrebbero restare dove sono". Anche le forze dell'ordine sembravano apprezzare questo tipo di interventi. La portavoce degli agenti di frontiera, Lora Lyubenova, se da un lato ha ricordato che "gli arresti spettano esclusivamente a noi", dall'altro ha aggiunto che ogni chiamata dei cittadini che segnalano attraversamenti irregolari alla frontiera "è apprezzata dalle autorità". Del resto, lo scorso ottobre la polizia ha sparato alla frontiera contro un gruppo di cinquanta migranti, uccidendo un ragazzo afghano.

Le azioni dei "cacciatori" dei migranti sono state lodate anche dalle autorità bulgare. Il primo ministro, Boiko Borisov, li ha più volte ringrziati pubblicamente – dicendo che "ogni aiuto per la polizia e per lo stato è il benvenuto" -, salvo poi, dopo le numerose critiche delle associazioni e dei media locali, scrivere su Facebook che "non bisogna superare la soglia dei diritti" e che "ogni comportamento illegale o disumano verrà non solo non tollerato, ma punito secondo la legge."

L'ultimo video ha scatenato un polverone ancora più grosso. Dopo essere stato accusato di "chiudere un occhio" sul problema, il governo bulgaro ha annunciato indagini sui numerosi "cacciatori di migranti" che si aggirano sul confine con la Turchia. Martedì il ministro dell'Interno dichiarato che Dinko Valev era stato convocato per essere interrogato, che un vigilante responsabile del video era stato arrestato e che proseguiva la caccia per gli altri. Il Guardian riporta che il viceministro dell'Interno Philip Gounev ha dichiarato che il governo si oppone fortemente al fatto che i cittadini si facciano giustizia da soli. A finire in manette, riportano i media locali, è stato Petar Nizamov, autore del video e in passato già condannato per pestaggi e droga. Per le associazioni e organizzazioni che si occupano di diritti umani, però, il governo bulgaro sta agendo con colpevole ritardo, dopo aver lungamente incoraggiato le azioni di questi gruppi.

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