Al confine con la Russia l’esercitazione NATO con i soldati italiani: “Qui simuliamo la nostra difesa”
Al confine con la Russia e non molto lontano dall'Ucraina, dove si combatte una guerra reale che sta facendo decine di morti e feriti ogni giorno, in Lettonia si procede con le esercitazioni e le simulazioni della strategia di difesa dei paesi Occidentali, anche nel caso in cui il conflitto cominciato lo scorso 24 febbraio con l'invasione decisa da Putin possa allargarsi. Si tratta di vere e proprie prove di guerra che chiudono la Crystal Arrow, la Freccia di cristallo, cioè l'esercitazione durata dieci giorni negli oltre 60 chilometri quadrati del poligono alle spalle di Camp Adazi, la base lettone ad un'oretta di macchina dalla capitale Riga che ospita il contingente della NATO. C'è di tutto: carri armati e veicoli blindati, Leopard spagnoli, T92 polacchi, Lav canadesi e blindo Centauro italiani per quanto riguarda la difesa terrestre, Apache americani e F16 per quella area.
In Lettonia ci sono anche gli italiani, arrivati a rinfoltire uno dei quattro cosiddetti battle group – gli altri tre sono in Estonia, Lituania e Polonia – con i quali l'Alleanza Atlantica ha cominciato a rafforzare il fianco est, dopo il vertice di Varsavia del 2016 che ha rappresentato la risposta all'invasione dei Putin della Crimea due anni prima. Il nostro Paese schiera gli alpini della Brigata Taurinense ma anche il reggimento Nizza Cavalleria, il reggimento trasmissioni e il reggimento contraerea: in tutto 238 unità, di cui una dozzina sono donne.
L'esercitazione, che coinvolge 2800 militari in arrivo da 11 Paesi, si svolge ogni anno ma ora, con l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin, ha un significato del tutto diverso. Lo ha spiegato all'Ansa il tenente colonnello Claudio Blardone, comandante del contingente italiano: "Cerchiamo di simulare uno scenario in cui si manovra tutti insieme, per migliorare l'interoperabilità e l'integrazione tra le forze. Le truppe hanno operato fianco a fianco senza mai rientrare alla base". Una missione, in sostanza, che serve a verificare il livello operativo raggiunto dopo mesi di addestramento insieme. "Abbiamo simulato una complessa manovra difensiva – ha detto ancora Blardone – su più giorni e applicabile in qualsiasi contesto, dove le forze di diversa tipologia operano sul terreno per raggiungere determinati obiettivi". Secondo il generale Raimonds Graube, "tutti noi abbiamo motivo di essere preoccupati, non solo noi lettoni – sottolinea Graube – Non siamo così ingenui da credere che Putin sia interessato alla Lettonia. Non ci dobbiamo far prendere dal panico, rimanere uniti e aiutare la Nato. Nessun paese dell'Ue può sentirsi sicuro e la situazione potrebbe peggiorare. Non è più una lotta per dei territori, è una guerra di valori. Gli ucraini stanno facendo la lotta per i nostri valori".