Al-Baghdadi, l’annuncio della Turchia: “Catturate la moglie e la sorella”. Caccia al fratello
"Abbiamo catturato una delle quattro mogli di Abu Bakr al-Baghdadi, lo dico oggi per la prima volta ma non ci vantiamo". Ad annunciare il colpo, a poco meno di 10 giorni dalla morte dell'ex leader dello Stato Islamico nel corso di un raid messo a segno da un commando statunitense nel suo nascondiglio nella provincia di Idlib, in Siria, è stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che tuttavia non ha fornito ulteriori dettagli sull'operazione. Solo ieri sempre Ankara aveva dato notizia dell'arresto anche della sorella del leader estremista islamico, Rasmiya Awad, fermata nella città di Azaz, nella provincia di Aleppo, nel nord-ovest della Siria.
Si tratta di una doppia vittoria della Turchia, che non ha potuto non evidenziare il suo ruolo a livello internazionale per la lotta all'Isis. Awad era con suo marito, sua nuora e cinque figli quando è stata presa. Un funzionario turco ha detto che la sorella di 65 anni è sospettata di essere affiliata al gruppo estremista e l’ha definita una "miniera d’oro" di informazioni. E sempre all'interno della famiglia dell'ex Califfo gli inquirenti stanno cercando quanti più dettagli possibile sullo stato dell'arte dell'Isis. Sotto i riflettori c'è anche il fratello di Al-Baghdadi, Juma, che secondo gli 007 iracheni, supportati dai colleghi americani, per mesi avrebbe fatto la spola con Istanbul.
Nei mesi precedenti la morte del leader dello Stato Islamico, secondo alcuni rivelazioni rese note dal giornale The National, Juma era tra i corrieri più fidati per il passaggio di informazioni sul gruppo. E' probabile che sia ancora vivo e sarebbe stato intercettato per la prima volta dagli iracheni al confine turco-siriano alla fine del 2018, per poi essere rintracciato a Istanbul. Stando a uno 007 iracheno, Juma è stato segnalato per l'ultima volta nella città sul Bosforo lo scorso aprile. L'agente è convinto che non si sia spostato in clandestinità, ma che abbia potuto "attraversare liberamente" il confine. "Consegnava messaggi dai comandanti dell'Isis in Iraq. Sullo stato delle loro forze, i soldi, la logistica, le rotte – ha detto l'agente parlando del corriere -. Era in contatto con i comandanti qui". Tuttavia, dal Pentagono e dalla coalizione anti-Isis a guida Usa è arrivato un no comment sulla vicenda.