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Afghanistan: un paracadutista italiano ucciso e altri due feriti in uno scontro a fuoco

Il primo caporalmaggiore David Tobini e gli altri due paracadutisti del nostro contingente sono stati colpiti in uno scontro a fuoco, erano impegnati in un’operazione congiunta con le forze afghane, nella valle di Bala Murghab, nel nord-ovest dell’Afghanistan.
A cura di Antonio Palma
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Operazioni militari a Bala Murghab

Altro sangue italiano sul suolo afghano, in un’operazione congiunta con le forze locali nel nord-ovest del Paese, è morto il primo caporalmaggiore David Tobini, nato a Roma il 23 luglio 1983, ed in forza al 183° reggimento paracadutisti "Nembo" di Pistoia, a darne notizia è stato lo stesso Stato maggiore della Difesa. Secondo le prime notizie erano in corso operazioni di  di controllo e ricerche da parte delle forze armate afghane, appoggiate da personale del nostro contingente militare, quando sono stati attaccati e hanno risposto al fuoco. Lo scontro a fuoco con i ribelli è avvenuto nel nord-ovest dell’Afghanistan, nella zona della valle di Bala Murghab, area molto pericolosa dove opera il nostro contingente.

Nello scontro sarebbero rimaste feriti altri due militari delle nostre truppe tra cui uno in maniera grave, mentre non si sa se anche i militari afghani abbiano subito perdite. Con la morte, nello stesso mese, degli altri due militari italiani colpiti, sale così a 41 il bilancio delle vittime dall’inizio delle operazioni in territorio afghano. Dopo l’annuncio del ritiro delle truppe da parte di Obama, seguito a ruota dalle dichiarazioni di tutti gli altri Paesi coinvolti nella missione, sembra che si sia assistendo ad una escalation negli attacchi militari. Da parte italiana, come ha annunciato il Ministro della difesa Ignazio La Russa, i militari impegnati nelle missioni all’estero passeranno da 9.250 a circa 7.000, a partire dal 2012 quando il Governo Afghano dovrà fare affidamento solo sulle sue forze per respingere gli attacchi talebani, per arrivare ad un completo rientro del contingente nel 2014.

Appena appresa la notizia, immediato è stato il cordoglio del Presidente della Repubblica che si è detto molto commosso e rattristato da questa comunicazione, in una nota diramata dal Quirinale il Capo dello Stato "esprime, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese, sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari". Anche il Presidente del Consiglio ha espresso il suo dolore, “Siamo vicini alla famiglia del paracadutista caduto in Afghanistan e a quelle dei due militari rimasti feriti nell'agguato” ha detto Silvio Berlusconi, ricordando che “a tutti i nostri soldati impegnati nelle operazioni di pace contro il terrorismo rinnoviamo la gratitudine del Governo e del Paese".

Subito, però, sono scoppiate le polemiche politiche sulla pericolosità della missione, soprattutto all’interno della maggioranza. Dopo il via libera del Cdm al rifinanziamento delle missioni è di nuovo lo scontro tra la Lega che chiede un ritiro immediato e il Pdl che, invece, vuole seguire il piano di ritiro già previsto. I contrasti probabilmente si rifletteranno nel dibattito in Senato che domani dovrebbe discutere il ddl per il rifinanziamento delle missioni presentato dal Governo.

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