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Afghanistan, raid aereo su una scuola coranica: almeno 25 morti, tra cui molti bambini

Un raid aereo dell’aviazione militare afghano su una madrassa, una scuola coranica, ha causato la morte di almeno 25 persone. Nell’attacco sarebbero rimaste coinvolte circa 200 persone, tantissimi anche i feriti. Secondo quanto riportato dai talebani, tra le vittime ci sarebbero molti bambini.
A cura di Stefano Rizzuti
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Più di 25 morti e 200 persone coinvolte in un raid dell’aviazione militare afghana su una madrassa, una scuola coranica. L’attacco è stato condotto intorno alle 12 nel distretto di Dasht-e Archi, nella provincia di Kunduz, nord-est dell’Afghanistan. Da Kabul è stata confermata la notizia della morte di almeno 25 persone, ma si teme un bilancio molto più grave. Secondo alcuni media locali al momento del raid nella scuola si trovavano circa 200 persone. Secondo il portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, sono rimasti coinvolti 150 civili e numerosi sono i morti e i feriti.

All’interno della scuola sarebbe stato presente, al momento dell’attacco, anche un capo talebano della Shura di Quetta, Mullah Beryani. L’area in cui è avvenuto il raid è tutt’ora sotto il controllo dei talebani e si registrano continuamente scontri nell'area, tanto da portare centinaia di famiglie a fuggire, lasciando la zona. Stando ai numeri forniti dal governo di Kabul, in quell’area sono presenti almeno cinque centri di addestramento. Ci sono inoltre 57 scuole, di cui solo 14 sotto il controllo del governo.

Mujahid, portavoce dei talebani, ha riferito ancora che il raid ha provocato “la morte o il ferimento di circa 150 persone: in base alle iniziali informazioni di cui disponiamo molti di questi sono bambini e sono stati uccisi o rimasti feriti”. Le fonti ufficiali non si sbilanciano per il momento e parlano di circa 25 morti, ricordando che però ci sono anche decine di feriti. Tutte le fonti però sottolineano come ci potessero essere circa 200 persone nella madrassa. Al momento del raid nella scuola era in corso una cerimonia. Secondo il portavoce del ministero della Difesa al momento dell’attacco all’interno della scuola “non c’erano civili presenti”.

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