Afghanistan, nelle università donne e uomini divisi da tende: arrestato giornalista di Tolo News
La tutela dei diritti delle donne e degli oppositori sono stati punti programmatici più volte annunciati dalla nuova leadership talebana alla guida dell'Afghanistan, ma al di là delle rassicurazioni fornite ai media internazionali la realtà continua ad essere diversa: anche oggi, come già accaduto anche nei giorni scorsi, le forze di sicurezza talebane hanno disperso decine di manifestanti, soprattutto donne, che stavano protestando davanti all'ambasciata pakistana di Kabul al grido di “Pakistan, Pakistan, vai via dall’Afghanistan”.
A riferirlo è stata una delle principali emittenti afgane Tolo News, che ha riferito inoltre che le guardie avrebbero in ogni modo tentato di impedire ai suoi giornalisti di raccontare le proteste: un operatore di Tolo News, Wahid Ahmadi, è stato arrestato e si è visto confiscare la telecamera, per poi essere rilasciato dopo tre ore. Una sorte simile è capitata la scorsa settimana a Ziar Yaad e al suo cameraman, entrambi picchiati mentre svolgevano un servizio.
I reporter di Tolo News stanno da giorni documentando le numerose proteste in corso in Afghanistan, contraddicendo quotidianamente le rassicurazioni dei leader politici e militari talebani che hanno ripetutamente dichiarato di voler garantire il rispetto delle donne. La manifestazione di stamattina è iniziata come un sit-in di sole donne davanti alla sede diplomatica del Pakistan, paese ritenuto uno dei principali sostenitori dei talebani da anni. In alcuni filmati pubblicati da Tolo News si vedono poliziotti talebani disperdere la folla sparando numerosi colpi in aria. In un altro video una manifestante riprende in primo piano un gruppo di attiviste che sarebbero state bloccate in un garage dai miliziani.
Kabul, nelle università tende a separare gli uomini dalle donne
Nel frattempo, a circa tre settimane dalla conquista del potere da parte dei talebani, nelle principali città dell'Afghanistan sono ricominciate le lezioni universitarie, con una novità che tuttavia non è passata inosservata: le aule, infatti, sono divise in due da delle tende che separano gli studenti dalle studentesse. Negli atenei l'affluenza continua ad essere piuttosto bassa, con studenti e docenti alle prese con le nuove restrizioni imposte dai talebani e le donne costrette a frequentare i corsi con importanti limitazioni su abbigliamento e movimenti. Non solo le tende nelle aule le separano dai colleghi maschi, ma le ragazze possono partecipare alle lezioni solo se indossano un abaya – una tunica lunga – e un niqab – un velo che copre la maggior parte del viso.
"Le nostre studentesse non lo accettano e dovremo chiudere l'università", ha dichiarato Noor Ali Rahmani, direttore della Gharjistan University di Kabul, in un campus quasi vuoto. "Le nostre studentesse – ha aggiunto – indossano l'hijab, non il niqab", ha aggiunto riferendosi al velo che lascia scoperto il volto. Domenica l'autorità educativa talebana ha pubblicato un documento che delinea le misure per la presenza in aula. D'ora in poi nei college e nelle università privati, che si sono moltiplicati dalla fine del primo regime talebano, le donne devono essere istruite solo da altre donne, o da "anziani", e entrare da un ingresso riservato. Devono anche finire le lezioni cinque minuti prima degli uomini per impedire loro di socializzare fuori.