Afghanistan, Matteo Miotto ucciso da un cecchino: 13 soldati italiani morti nel 2010
Era di guardia a una torretta, quando il colpo di un cecchino lo ha colpito alla spalla, ledendo organi vitali. Così è morto in Afghanistan Matteo Miotto, giovane alpino di Thiene (Vicenza). Aveva solo 24 anni.
Il caporal maggiore, in forza al 7mo reggimento alpini di Belluno, era un volontario con ferma prolungata, ossia avrebbe dovuto prestare servizio per quattro anni. In questa parte del mondo prostrata dalla guerra, Matteo è arrivato a luglio nella Task Force South East, che agli inizi di settembre ha iniziato ad operare al confine con l'Helmand. Nella valle del Gulistan (provincia di Farah) si trova l'area protetta dall'esercito italiano, in precedenza difesa dai militari statunitensi, ossia la Box Tripoli. E' proprio qui è avvenuto l'attentato, proprio mentre Matteo faceva la guardia in garitta.
Notizie, come questa, non vorrebbero mai essere date, né in un giorno di festa né mai. Eppure un altro soldato è morto in questa parte del mondo prostrata dalla guerra.
Pietro Antonio Colazzo (48 anni), consigliere diplomatico che operava nell'Ambasciata italiana a Kabul, è morto in un attentato il 26 febbraio scorso. Il sergente Massimiliano Ramadù (33 anni) e il caporal maggiore Luigi Pascazio (25 anni) uccisi anch'essi in un attentato nella zona vicino a Herat, il 17 maggio scorso. Dopo nemmeno un mese, il 23 giugno, ha perso la vita il caporal maggiore scelto Francesco Saverio Positano (29 anni), caduto accidentalmente da un mezzo militare nei pressi di Shindand. A fine luglio, il capitano Marco Callegaro (37 anni) si è suicidato a Kabul. Sempre nello stesso periodo e precisamente il 28 luglio, Mauro Gigli (41 anni), primo maresciallo, e Pierdavide De Cillis (33 anni), caporale maggiore, sono stati entrambi uccisi da una bomba artigianale nei pressi di Herat, nel distretto di Injil. Il tenente Alessandro Romani (36 anni), il 17 settembre scorso, ha perso la vita mentre cercava di catturare un gruppo di insorgenti, impegnati a piazzare un ordigno nella zona di Bakwah (Herat). E il 9 ottobre scorso, a est della Provincia di Farah, al confine con l'Helmand, 4 alpini sono stati uccisi da una potentissima bomba artigianale, detta Ied, piazzata sul ciglio della strada ed esplosa al loro passaggio: il primo caporalmaggiore Sebastiano Ville (27 anni), il primo caporalmaggiore Gianmarco Manca (32 anni), il caporalmaggiore Marco Pedone (23 anni) e il primo caporalmaggiore Francesco Vannozzi (26 anni).
Così si chiude il 2010: 13 soldati italiani morti in quella parte del mondo prostrata dalla guerra.