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Afghanistan, i talebani tagliano le dita a chi vota nel giorno del ballottaggio

Sangue per le strade di tutto l’Afghanistan (Kandahar, Kunar, Kunduz e Logar, le città più colpite), nel giorno in cui il popolo era chiamato a scegliere il successore di Karzai: 227 vittime. La maggior parte delle vittime sono talebani.
A cura di B. C.
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Ieri in Afghanistan si sono tenuti i ballottaggi per le elezioni presidenziali e tutto il Paese è stato sconvolto da varie violenze che hanno portato ad un drammatico bilancio di 227 morti. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della Difesa, Zahir Azimi, che ha precisato che sono morti 33 civili, 18 soldati e 176 talebani. E il numero dei feriti è comunque elevatissimo: 63 civili e 93 talebani. Gli elettori afghani erano chiamati scegliere ieri fra l'ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah, che al primo turno aveva la maggior parte delle preferenze, il 45%, comunque non sufficienti a sconfiggere l'ex ministro delle Finanze Ashraf Ghani Ahmadzai, arrivato secondo con il 31%. Il vincitore succederà ad Hamid Karzai alla guida del paese dalla cacciata dei talebani nel 2011 e non può riproporsi per un terzo mandato in base alla legge afghana. E proprio i talebani ieri hanno rivendicato quasi 900 diversi attacchi in tutto il Paese.

Herat, talebani tagliano le dita a chi ha votato

Nella loro pagina Internet i ribelli dell'Emirato islamico dell'Afghanistan affermano di avere realizzato “centinaia di offensive su vasta scala, colpendo fra l'altro i centri di votazione, i posti di sicurezza e le strade che conducevano ai seggi”. In realtà, il ministero dell'Interno afghano parla di 150 attacchi da parte dei talebani. Tra gli attentati più sanguinosi, quello costato la vita a 11 persone di cui quattro dipendenti della Commissione elettorale, morti nell'esplosione di una bomba artigianale lungo un strada nel nord dell'Afghanistan, precisamente ad Aybak, capoluogo della provincia di Samangan. Nello scoppio è saltato in aria minibus, tra le vittime sei donne, un bambino e quattro uomini. Ma nella giornata dei ballottaggi ci sono stati anche altri cruenti episodi: a Herat, i talebani avevano intimato ai cittadini di non andare alle urne. Chi lo avrebbe fatto si è visto tagliate le dita: almeno 11 civili sono state vittima di questo macabro destino.

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