Afghanistan, i Paesi europei che hanno già detto che non accoglieranno i profughi
Sono migliaia i civili sfollati, dopo che i talebani, dopo 20 anni di occupazione militare internazionale, hanno riconquistato l'Aghanistan e preso la capitale, Kabul, dando vita all’Emirato islamico. L'Unicef ha ricordato che servirà un piano generale di accoglienza e ridistribuzione sul territorio nazionale dei migranti afghani che arriveranno in tutta Europa, e in Italia.
Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, parlando della situazione drammatica dei profughi, ha detto: "Siamo molto preoccupati, siamo presenti a Kabul e a Kandahar con la gestione di campi per sfollati. Non c'è una cifra precisa sul numero di persone presenti, si stima tra 200mila e 400mila, ma riteniamo che il numero di sfollati in quelle aree sia più alto. Manca tutto, questo esodo di massa ha fatto sì che ci sia carenza di cibo, di acqua, di medicinali. Ci sono già piccoli focolai di malattie come polio e, per la mancanza di acqua, dissenteria". Ci sono bambini separati dalle famiglie di origine e quindi "esposti a pericoli immediati e a violenze. Quest'anno – dice Iacomini – sono già morti 500 bambini, ultimamente un centinaio". Unicef lancia un appello alla comunità internazionale, affinché "non spenga la luce sull'Afghanistan, siamo di fronte a una vera e propria emergenza umanitaria".
Mentre nella zona dell'aeroporto si ammassano i cittadini afghani, che tentano disperatamente la fuga aggrappandosi ai carrelli degli aerei che trasportano prevalentemente personale occidentale delle ambasciate, e la situazione sembra essere fuori controllo – si contano già 5 morti e una decina di feriti – alcuni Stati hanno dichiarato di non essere disponibili ad accogliere i profughi.
L'Austria ha già annunciato che le sue frontiere sono chiuse, spiegando che sarà inflessibile sulle espulsioni di migranti e richiedenti asilo afgani. Il ministro dell’Interno austriaco, Karl Nehammer, ha spiegato che "Chi ha bisogno di protezione deve riceverla il più vicino possibile al proprio Paese di origine", perché "Un divieto generale di espulsione è un fattore di attrazione per l'immigrazione illegale e alimenta solo l’attività dei contrabbandieri e della criminalità organizzata". Danimarca, Germania e Paesi Bassi, inizialmente favorevoli alla linea dura sui rimpatri, hanno poi cambiato idea, sospendendoli.
Il premier dell'Albania, Edi Rama, ha invece annunciato che il suo Paese accoglierà i profughi: ne arriveranno alcune centinaia. Gli afghani "si sono schierati con la Nato e hanno aiutato i nostri soldati nella loro missione di pace e ora rischiano di essere massacrati come animali dai talebani", ha spiegato Rama.
Civili aggrappati ad aereo americani precipitano
Nel tentativo di fuggire dal Paese si erano aggrappati durante il decollo a un aereo militare statunitense: tre giovani sono precipitati nel vuoto, tra il caseggiato di Khair Kahana, un quartiere poco distante dall'aeroporto. Le immagini ampiamente circolate sui social network mostrano dei ragazzi aggrappato sull'esterno del velivolo, un C-17 dell'aviazione militare statunitense, sopra i motori e, e poi si vedono due corpi cadere dopo il decollo. Il quotidiano israeliano Haaretz e la sezione in persiano della Bbc confermano che si tratta di due persone che precipitano.
Paesi occidentali in fuga da Kabul
Sull'aereo dell'Aeronautica militare partito ieri sera e da poco atterrato all'aeroporto di Fiumicino viaggiavano 70 persone: circa 50 unità del personale diplomatico e una ventina di ex collaboratori afghani con le loro famiglie.
Anche altri Paesi europei hanno già attivato le procedure di evacuazione per portare in salvo i propri connazionali. Un primo volo proveniente da Kabul è arrivato durante la notte alla base di Brize Norton, nell'Inghilterra centrale. "Abbiamo evacuato 370 dipendenti e cittadini britannici ieri e il giorno prima", ha detto il segretario alla difesa Ben Wallace, aggiungendo che un gruppo di 782 afgani sarà evacuato dal Paese "nelle prossime 24-36 ore".
L'Irlanda è in contatto con 23 dei suoi cittadini, 15 dei quali sono in procinto di partire, secondo il ministro degli Esteri Simon Coveney. I visti sono stati rilasciati per 45 afgani che hanno lavorato per loro, numero destinato a crescere ulteriormente nelle prossime ore. A Praga, un aereo militare che trasportava 46 cechi e afghani, tra cui donne e bambini, è atterrato questa mattina.
Il Canada, dal canto suo, ha annunciato la chiusura temporanea della sua ambasciata domenica sera, affermando che il personale canadese era già in viaggio verso casa.
Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha comunicato che il suo governo ha rilasciato 45 visti umanitari per gli afghani che hanno lavorato per la Polonia o per una delegazione dell'Ue a Kabul, e le loro famiglie. Berna ha reso noto che tre cittadini svizzeri sono stati espatriati da Kabul e sono impegnati per portar via anche 40 dei loro colleghi afgani e le loro famiglie. La Russia, come la Cina, ha deciso invece di mantenere la sede diplomatica.