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Aereo scomparso, ira dei parenti delle vittime: “Vogliamo la verità”

I parenti delle vittime, per lo più cinesi, hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti all’ambasciata della Malesia a Pechino.
A cura di D. F.
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L'annuncio ufficiale da parte del primo ministro malesiano Najib Razak, che ieri ha ufficializzato che l'aereo è precipitato nell'Oceano Indiano, ha innescato durissime reazioni da parte dei parenti delle vittime dell'incidente aereo, che stamattina si sono dati appuntamento di fronte all'ambasciata della Malesia di Pechino per chiedere maggiore chiarezza su quanto sia realmente accaduto al volo MH370. La protesta è sfociata in episodi di violenza, tant'è che le forze dell'ordine sono dovute intervenire per sedare episodi di rabbia nei confronti di una vicenda ancora dai contorni poco chiari: secondo i parenti delle vittime le autorità malesi avrebbero deliberatamente rallentato la ricerca della verità ed oscurato importanti informazioni.

Ieri il premier della Malesia ha dichiarato: “Questa sera sono stato ragguagliato dai rappresentanti del AAIB (UK Air Accidents Investigation Branch). Mi hanno informato che Inmarsat, la società britannica che aveva fornito i dati satellitari che indicavano i corridoi nord e sud (come possibili rotte seguite dal volo MH370 una volta scomparso dai radar, ndr), ha sviluppato ulteriori calcoli su quei dati. Utilizzando un tipo di analisi mai sperimentata in una indagine di questo genere, sono stati in grado di fare ulteriore luce sul percorso effettuato dal volo MH370. Sulla base di quelle nuove analisi, Inmarsat e AAIB hanno concluso che il volo MH370 ha percorso il corridoio meridionale e che la sua ultima posizione è stata localizzata in mezzo all’Oceano Indiano, a ovest di Perth. Una posizione remota, lontana da ogni possibile luogo di atterraggio. E’ per questo che, con infinita tristezza e rammarico, devo informarvi che in base ai nuovi dati il volo MH370 è finito nell’Oceano Indiano meridionale”.

L'annuncio ha provocato un fortissimi dolore nelle famiglie dei dispersi, per la maggior parte di cittadinanza cinese, che sono stati avvertiti solo pochi minuti prima dell'annuncio ufficiale, per di più tramite un sms. A ciò si aggiunga che i resti in oceano avvistati a largo di Perth non sono ancora stati verificati e quindi non è noto se effettivamente appartengano al volo Malaysian Airlines scomparso da 16 giorni. In questo quadro, inoltre, non è stata ancora fatta luce sulle ragioni che hanno spinto l'aereo a finire fuori rotta. Perché è stata effettuata una virata a ovest? E perché sono stati spenti dei sistemi di controllo del velivolo? Solo la scatola nera potrà fornire elementi utili ad accertare la verità. Ma il suo ritrovamento sembra ancora molto lontano.

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