Aereo Colombia, i racconti choc dei sopravvissuti: “Era il panico, così ci siamo salvati”

“Molti si sono alzati dai loro posti in preda al panico, gridando. Io sono vivo perché mi sono messo in posizione fetale, con una valigia in mezzo alle gambe, come prevede il protocollo di sicurezza in caso di incidenti”: così Erwin Tumiri, uno dei sei sopravvissuti al disastro aereo in Colombia, ha raccontato i drammatici momenti immediatamente precedenti allo schianto. Ha ricordato il panico a bordo del volo sul quale viaggiavano i calciatori della squadra brasiliana Chapecoense e di come lui sia riuscito in qualche modo a mantenere la calma e rispettare le procedure di emergenza. Insieme a lui si è salvata anche una collega, la assistente di volo Ximena Suarez, la quale però ha detto di non ricordare praticamente nulla di quei drammatici momenti. “Le luci si sono spente poco prima dell’impatto – ha raccontato la donna – non ricordo altro”.

In totale sono sei le persone sopravvissute al drammatico incidente aereo: i due membri dell’equipaggio Erwin Tumiri e Ximena Suarez, i calciatori della Chapecoense Alan Ruschel, Jackson Follmann, He'lio Neto e il giornalista Rafael Henzel. “La mia famiglia, i miei amici, dove sono?”, è quanto avrebbe sussurrato ai soccorritori che lo portavano in salvo Alan Ruschel. Il secondo portiere della squadra brasiliana Follman ha subito l'amputazione di una gamba. Tutti gli altri, compreso il pilota del volo Micky Quiroga, sono morti. In totale sono 71 le vittime del disastro aereo. Oggi sono previste cerimonie in memoria delle vittime allo stadio di Chaperò, nello stato brasiliano di Santa Catarina, all'ora in cui si sarebbe dovuta giocare la finale della Coppa Sudamericana a Medellin, contro i colombiani dell'Atletico Nacional, squadra che dopo il drammatico incidente ha presentato domanda formale alla Conmebol per assegnare la Coppa al Chapecoense, arrivata a sorpresa in finale dopo aver eliminato Independiente e San Lorenzo.