Produrre olio industriale privando 9.000 persone dell’accesso all’acqua (VIDEO)
Se nulla dovesse cambiare, ventimila ettari saranno occupati da piantagioni di girasole che serviranno a fare olio industriale. Se nulla cambierà, novemila persone che in quelle terre vivono di pastorizia, agricoltura e allevamenti si troveranno a non avere più accesso a ciò che fino ad oggi ha permesso loro di vivere. Accade in Senegal, dove la terra non è generosa quanto a fonti naturali di sostentamento. Accade in Senegal, ma tra gli esecutori c'è un'azienda italiana. Il progetto Senhuile-Senéthanol è nato nel 2010, quando il Consiglio rurale di Fanaye ha accordato all'azienda Senéthanol la concessione di occupare ventimila ettari di riserva naturale nella regione di Ndiaël (nel nord del Senegal) per produrre olio industriale. Poi sono arrivati i finanziamenti e, con loro, l'italiano Tampieri Financial Group che nel Bel Paese – nonostante una storia raramente rispettosa delle aree verdi – non avrebbe certo ottenuto una concessione a simili opere.
I rappresentanti dei trentasette villaggi che vivono nella zona hanno creato il Collettivo per la difesa della riserva di Ndiaël, strumento organizzativo che difende le ragioni dei residenti e che più volte, dal 2010 ad oggi, ha ottenuto la revoca della concessione al progetto Senhuile-Senéthanol. Revoca su cui, puntualmente, i governi sono tornati indietro. Nell'ottobre del 2011 due persone restano uccise nel corso di una manifestazione che sostiene le ragioni del Collettivo: un evento così drammatico da convincere il presidente senegalese Abdoulaye Wade ad annullare la concessione. Wade poi ci ripensa, ma il via al progetto viene annullato dal successivo capo dell'esecutivo Macky Sall. Che poi, a sua volta, accorda nuovamente la concessione. Il 9 agosto del 2012 le comunità locali trovano un compromesso con la Senhuile-Senéthanol: limitare il progetto a diecimila ettari.
Basta un mese perché i patti vengano violati dall'azienda ospite e le popolazioni locali tornino nella paura di non poter assicurarsi più un futuro per sé e per i propri figli. AcionAid ha deciso di adottare la causa dei villaggi della riserva di Ndiaël, raccontando al mondo questa vicenda di accaparramento demaniale e invitando i lettori a firmare online, in pochi semplici passi, una petizione che, rivolgendosi a Giovanni Tampieri, amministratore del Tampieri Financial Group, chiede il ritiro dell'azienda italiana dal "progetto di sfruttamento" in atto in Senegal.
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