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Acqua, l’allarme dell’Onu: rischio crisi globale imminente per “uso vampirico di questa linfa vitale”

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, una persona su quattro nel mondo non ha accesso all’acqua potabile. Le cause di questa “crisi idrica mondiale” sono i consumi eccessivi, l’inquinamento, il riscaldamento globale. Servono mille miliardi di dollari l’anno per raggiungere gli obiettivi dell’ONU.
A cura di Biagio Chiariello
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L'acqua è la "linfa vitale" dell'umanità, ma ce n'è sempre meno. E la colpa è anche e soprattutto nostra. L'Onu annuncia il rischio di una crisi globale imminente del bene più importante per un "consumo eccessivo e dello sviluppo eccessivo": attività "vampiristiche", le definisce il segretario Antonio Guterres presentando un rapporto sul tema a poche ore dall'apertura del primo grande incontro delle Nazioni Unite sulle risorse idriche in quasi mezzo secolo (l'ultima su questo tema si è tenuta nel 1977 a Mar del Plata, in Argentina).

Una persona su quattro non ha accesso all'acqua potabile

Sul pianeta ci sono 2 miliardi di persone che non hanno accesso all'acqua potabile. Più di 3 miliardi e mezzo non hanno accesso a servizi igienici e sanitari affidabili. "La scarsità di acqua sta diventando endemica", si legge nello studio, secondo cui l'uso di acqua è aumentato a livello globale di circa l'1% ogni anno negli ultimi 40 anni e dovrebbe mantenere tassi di crescita simili fino al 2050.

Richard Connor, autore principale del rapporto, ha evidenziato l'impatto della "crisi idrica mondiale".

"Se non si interviene, lo scenario sarà che il 40-50% della popolazione mondiale continuerà a non avere accesso ai servizi igienici e circa il 20-25% della popolazione mondiale non avrà accesso all'acqua potabile".

A fare da contraltare al riscaldamento del pianeta e alle siccità che colpiscono aree sempre più vaste – e cominciamo a scoprirlo anche alle nostre latitudini – ci sono poi gli effetti di piogge magari meno frequenti ma spesso più intense e catastrofiche.

L'obiettivo è garantire acqua per tutti entro il 2030

Alla conferenza delle Nazioni Unite, i governi e gli attori del settore pubblico e privato sono invitati a presentare proposte per un cosiddetto programma d'azione per l'acqua per invertire la tendenza e contribuire a raggiungere l'obiettivo di sviluppo, fissato nel 2015, di garantire "l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030". "C'è molto da fare e il tempo non è dalla nostra parte", ammette Gilbert Houngbo, presidente di UN-Water, un forum per il coordinamento dei lavori sul tema.

"Circa il 10% della popolazione mondiale vive in un Paese in cui lo stress idrico ha raggiunto un livello elevato o critico", si legge nel rapporto. E "circa la metà della popolazione mondiale sperimenta attualmente una grave scarsità d'acqua per almeno una parte dell'anno".

Mille miliardi di dollari l'anno per raggiungere gli obiettivi dell'ONU

Raggiungere questi obiettivi ha chiaramente dei costi anche economici: la Banca mondiale stima che le penurie rafforzate dai cambiamenti climatici possano riflettersi sul PIL in misura del 6% in certe aree entro tre decenni.

E uno studio citato nel rapporto valuta a oltre 1.000 miliardi di dollari l'anno gli investimenti necessari per raggiungere entro il 2030 il sesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU, quello di garantire a tutta la popolazione mondiale un approvvigionamento di acqua potabile, cioè il triplo di quanto si investe oggi.

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