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Accordo Ue, Onu e Ua: “Task force militare in Africa per salvare i migranti”

Unione europea, Onu e Unione africana varano una task force militare per proteggere i migranti e accelerare i rimpatri in Africa. L’operazione è rivolta soprattutto alla Libia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Unione europea, Unione africana e Onu puntano, insieme, a una task force congiunta per la protezione dei migranti sulle rotte delle tratte di esseri umani, soprattutto in Libia, con l'impiego di militari. L’obiettivo è quello di accelerare i rientri volontari assistiti nei paesi d’origine e le ricollocazioni dei richiedenti asilo. A margine dei lavori del summit tra Ue e Unione africana in corso ad Abidjan si è svolto un vertice a cui hanno partecipato alcuni leader europei, tra cui il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il presidente francese Emmanuel Macron, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier spagnolo Marino Rajoy, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Federica Mogherini e il premier libico Fayez al Serraj, oltre ad altri leader africani. Probabilmente il vertice privato è servito proprio per discutere della situazione dei migranti e dei campi di detenzione in Libia.

L’obiettivo della task force è quello di smantellare le reti di trafficanti di esseri umani. Una nota diffusa poco prima del vertice spiegava che “è stato deciso di creare una task force Ue-Onu-Ua per salvare le vite dei migranti e dei rifugiati lungo le rotte della Libia, favorendo i ritorni volontari assistiti nei paesi d’origine e il reinserimento di chi necessità di protezione internazionale”. La task force, secondo quanto garantito dalle tre organizzazioni sovranazionali, si coordinerà con le autorità libiche.

Tra gli obiettivi centrali degli incontri di questi giorni in Costa d’Avorio c’è quello di affrontare la questione dei campi libici. Proprio sulla base di questo tema e delle difficoltà nella gestione dei flussi migratori è scaturita la necessità di una partnership più stretta tra i due continenti che affacciano sul Mediterraneo. Oltre all’impiego di militari lungo le rotte dell’immigrazione, i leader dei due continenti hanno anche preso l’impegno di istituire un centro di smistamento in territorio libico sotto il controllo diretto dell’Onu.

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