Abbandonata in pronto soccorso per 12 ore: muore alla vigilia di Natale. Era un’aspirante infermiera
Una studentessa di infermieristica è morta di setticemia dopo essere stata abbandonata in pronto soccorso per quasi 12 ore, solo pochi giorni dopo aver terminato un weekend di lunghi turni in ospedale. In questi giorni si è aperto il processo per il caso di Zoe Bell, 28enne britannica, deceduta il 24 dicembre 2022 allo Stoke Mandeville Hospital, una delle strutture della SSN, per cui la specializzanda lavorava.
L'aspirante infermiera aveva accettato turni extra negli ospedali del Buckinghamshire per potersi pagare l'ultima fase dei suoi studi, come è stato detto a un medico legale. Aveva terminato il suo ultimo turno di 12 ore domenica 18 dicembre 2022, quando ha iniziato a soffrire di mal di gola e difficoltà respiratorie. Il suo fidanzato, Phillip Ayres, ha detto che "non era insolito per lei essere esausta dopo un weekend di lunghi turni".
Zoe è arrivata in ospedale poco dopo le 22 del 23 dicembre 2022. Dopo circa un'ora e mezza, ha iniziato ad avere forti dolori al petto. I colleghi di Zoe hanno esaminato la paziente, rilevando che "i suoi livelli di ossigeno erano normali" e hanno provato a fare un test per la tonsillite. "Sembrava che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi", ha detto Phillip ieri, martedì 1º ottobre, alla corte del coroner di Beaconsfield.
Quel giorno il pronto soccorso era particolarmente affollato a causa dei molti casi di influenza stagionale, Covid e bambini con lo streptococco di gruppo B. Alle 4:30 del mattino seguente, Zoe e Phillip erano ancora nella sala d'attesa, quando la 28enne ha iniziato a lamentare un dolore "straziante" al petto, alla schiena e alle spalle. "Ha tossito una piccola quantità di sangue in una bacinella", ha detto il signor Ayres. "Le hanno ripetuto gli stessi test. L'infermiera era convinta che il sangue fosse causato dalla tosse costante di Zoe", ricorda ancora il ragazzo.
"So che non è facile essere un infermiere, so che a volte sono sopraffatti dal lavoro, non volevo turbare nessuno", dice ancora il fidanzato. Alla fine, verso le 4 o le 5 del mattino, ha ammesso di aver "fatto un po' di storie" per assicurarsi che un'infermiera facesse visitare la compagna da un medico. Il sospetto è che la paziente fosse affetta da laringite e per questo motivo è stata rimandata in sala d'attesa, dove "nel panico ha ricominciato a tossire sangue" e a iperventilare.
"A questo punto ne aveva abbastanza. Era arrivata al punto in cui voleva tornare a casa. Era esausta. Sentiva che non c'era nessuno che le avrebbe dato aiuto", ricorda ancora il fidanzato.
Intorno alle 12:30 del giorno dopo, le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate e suo padre, Nick Bell, è arrivato in ospedale giusto in tempo per vederla portare d'urgenza in terapia intensiva. È morta la sera stessa per insufficienza cardiaca.
Secondo l'esame autoptico, a ucciderla è stata una combinazione di sepsi da stafilococco, broncopolmonite, una lesione polmonare acuta dovuta all'influenza e un'infezione virale. Ora le indagini stabiliranno se per quella morte ci sono dei responsabili.