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A sedici anni di distanza identificata una vittima dell’attentato alle Torri Gemelle

Mancano ancora all’appello oltre mille vittime dell’attentato dell’11 settembre 2001.
A cura di Davide Falcioni
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A quasi 16 anni dall'attacco alle Torri Gemelle di Manatthan sono stati identificati i resti di una delle 2.996 vittime. A renderlo noto è stato l'ufficio del medico legale della città di New York: su richiesta della famiglia non è stato comunicato il nome della vittima. E' la prima nuova identificazione dal marzo del 2015.

Malgrado siano trascorsi 16 anni da quell'11 settembre del 2001 sono ancora molti i corpi da identificare: attraverso l'esame del Dna e la comparazione dei frammenti ossei al momento sono state identificate 1.641 vittime e più di mille mancano ancora all'appello. La nuova tecnica genetica adottata prevede che i resti ossei delle persone vengano polverizzati. Da essi viene successivamente estratto il Dna, che viene messo a confronto con quello delle persone morte e dei loro familiari.

Al fine di cercare di dare un nome e un cognome a tutte le vittime di quella tragedia il governo statunitense ha investito decine di milioni di dollari nella ricerca scientifica, soprattutto nel tentativo di trovare tecniche di rilevazione del Dna affidabili e più precise possibili. Sono infatti ancora 21.900 i frammenti di cadaveri che devono essere ancora identificati. Pochi dei corpi recuperati dopo l'attentato alle Torri Gemelle vennero estratti integri: il più delle volte a causa del crollo degli edifici, degli incendi e dei batteri sono stati estratti solo dei frammenti, che sono stati poi archiviati in condizioni di sicurezza. Anno dopo anno le tecniche di analisi dei resti si sono affinate fino ad arrivare agli attuali livelli di precisione: molto spesso è capitato che singoli frammenti ossei siano stati riesaminati fino a dieci volte, a ulteriore dimostrazione che per riuscire a dare un nome a tutte le vittime dell'11 settembre potranno occorrere ancora molti anni.

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