A Napoli il war game della Nato: si finge l’invasione dell’Estonia
“Dopo aver notato che la Bothnia ammassava truppe e mezzi militari e conduceva una serie di esercitazioni con fuoco reale nei suoi territori meridionali, la Nato ha attivato la propria forza di azione rapida (Nrf). Il 28 ottobre reparti della Nato sono atterrati sulle isole di Hiiumaa e Saaremaa per impedire alla Bothnia di appropriarsi delle isole con la forza. Il 29 ottobre, la Bothnia ha lanciato attacchi aerei su larga scala su tutto il Golfo di Finlandia per invadere l'Estonia settentrionale”. Lo scenario di guerra proposto nelle poche righe precedenti è quello ipotizzato nella Trident Juncture 2014, esercitazione militare della Nato in corso in queste ore – iniziata l'8 novembre e che finirà il 17 – e finalizzata a testare da un lato la catena di comando della Forza di Azione rapida della Nato in caso di possibile attacco e dall'altro le capacità di comando del Joint force command di Napoli, cheattraverso questa esercitazione acquisirà le credenziali necessarie ad assumere il ruolo di comando e controllo delle Forze Nrf per il 2015.
Lo scenario bellico
A colpire, in queste ore di grande tensioni con la Russia, è la scelta di ambientare lo scenario bellico proprio in un territorio confinante, di fatto, con Mosca e soprattutto ipotizzare che l'aggressione da parte di una paese terzo abbia come obiettivo l'Estonia, uno dei tre paesi baltici ex sovietici entrato a far parte – subito dopo la caduta della Cortina di Ferro – dell'Alleanza Atlantica. “L'esercitazione in corso in queste ore – ha sottolineato più volte l'ammiraglio Mark E. Ferguson, comandante del Jfc di Napoli e allo stesso tempo comandante delle forze navali Usa in Europa e Africa –, non è legata nel modo più assoluto ad avvenimenti reali. L'esercitazione è finalizzata a testare il nostro grado di preparazione. Per inciso uno degli obiettivi è quello di proseguire l'opera di adattamento dell'Allenaza in base alle sfide che fronteggiamo quotidianamente e variano dalla situazione in Ucraina ai problemi presenti nel Nord Africa e nel resto del Medio Oriente”.
Secondo quanto appreso in ambiente Nato, la pianificazione dell'esercitazione Trident Juncture 2014 è iniziata nel 2010, affinandosi poi nel corso del tempo e trovando in queste ore la vera e propria traslazione pratica. In ogni caso l'esercitazione è finalizzata prevalentemente a testare la capacità di reazione dei comandi operativi in base alla minaccia, ipotetica, di un confronto armato con paesi confinanti. La premessa e giustificazione giuridica, in ogni caso, risiede nell'articolo 5 dell'Alleanza che prevede l'intervento immediato da parte degli stati membri nel caso in cui uno di essi venga aggredito da paesi terzi. In questo quadro il ruolo di primo soccorso è giocato dalle truppe appartenenti alla Nrf, truppe che di fatto devono essere pronte a reagire in ogni momento a minacce reali. Una delle caratteristiche principali di questa forza è l'elevata capacità operativa, intesa come mobilitazione materiale di mezzi e strutture, inversamente proporzionale al tempo necessario al dispiegamento sul terreno di combattimento dei soldati. In questo quadro così complesso la guerra elettronica gioca un ruolo sempre più determinante, soprattutto per quanto riguarda il controllo delle telecomunicazioni proprie ed altrui, inteso come capacità di disturbare o acquisire i segnali del nemico.
La Forza di risposta rapida della Nato a Napoli
La centralità del comando Nato di Napoli sarà dal 2015 sarà ancora più grande visto che oltre all'usuale, per quanto enorme, mole di attività svolte dal centro del giuglianese, si aggiungerà anche quella di controllo e comando delle forze di azione rapida a disposizione dell'Alleanza Atlantica (che ruotano sia in termini di comandi che di disponibilità di truppe).
La persistenza, inoltre, di forti conflittualità con Mosca rende sia lo scenario dell'esercitazione, sia la presenza stessa della Nrf all'interno della struttura atlantica, un ulteriore elemento di confronto con gli strateghi del Cremlino. E l'annuncio, dato poche ore fa dal comando Nato di Brunssum e smentito successivamente da Mosca, secondo cui forze con la Stella Rossa sarebbero entrate illegalmente in Ucraina ha destabilizzato ulteriormente la già fragile situazione dell'intera area contribuendo, involontariamente s'intende, a conferire ulteriore veridicità all'esercitazione in corso in queste ore. Le prove di forza dell'una e dell'altra parte, tuttavia, non devono trarre in inganno. Voci interne all'Alleanza hanno ribadito, anche nelle scorse ore, quanto l'ipotesi di un confronto militare diretto tra la Nato e la Russia sia non solo da evitare ad ogni costo, ma soprattutto improbabile e attualmente non realistica perché lontana dagli obiettivi reali di entrambe le parti. L'obiettivo, dunque, di questa esercitazione così come delle altre che per si sono svolte ai confini con la Russia, o giù di lì, sono da individuare nella necessità da parte delle forze armate di essere in ogni caso preparate alla concretizzazione del peggior scenario operativo possibile e nel mostrare alla possibile controparte di quale forza si disponga al fine di stemperare preventivamente derive interventise pericolose.