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Guerra in Ucraina

Guerra Russia-Ucraina, a Mariupol le prime fosse comuni per i corpi delle vittime civili: “È un genocidio”

A Mariupol, i morti sono tanti al punto che cominciano a essere seppelliti nelle fosse comuni. Il vicesindaco: “Questo è un genocidio”.
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Sono chiusi in sacchi di plastica e vengono ammucchiati, uno dopo l'altro. A Mariupol, i morti sono tanti che cominciano a essere seppelliti nelle fosse comuni. Sono tra le immagini più forti che arrivano da questa assurda guerra in Ucraina. Le foto, scattate da Associated Press e pubblicate dalla Cnn, mostrano la strage che la Russia di Vladimir Putin sta continuando a negare. Proprio il fotoreporter Eygeniy Maloletka, che ha scattato la foto, racconta di aver visto almeno 70 cadaveri arrivare in due giorni. Ma la città, assediata da giorni, ha un bilancio molto più alto: "Sono morti almeno 1300 civili, è un genocidio", ha dichiarato il vice sindaco della città. Numeri che la Russia continua a negare.

L'ospedale di pediatria bombardato

Sergei Orlov, il vice sindaco della città assediata, ha detto alla Cnn: "Davvero non riusciamo a calcolare quanti morti abbiamo. Non siamo nemmeno in grado di contare quante persone sulle strade siano state uccise da bombardamenti e colpi di artiglieria. Non sappiamo quanti sono perché non riusciamo a raccogliere tutti i corpi e contarli". Nel corso del bombardamento sull'ospedale pediatrico di Mariupol, avvenuto nella mattinata di ieri, ci sono state tre persone uccise tra cui un bambino di 6 anni. Altre 17 persone sono rimaste ferite nell'attacco.

La Russia ha preso diversi quartieri di Mariupol dopo gli attacchi, che starebbero proseguendo anche nelle prime ore di questa mattina. Tra le più recenti giustificazioni, quelle del rappresente della Difesa russo, Igor Konashenkov, secondo cui in Ucraina sarebbero stati rinvenuti laboratori per diffondere il "coronavirus dei pipistrelli". Una propaganda, quella russa, che continua a avvelenare i pozzi dell'informazione. La città di Mariupol, nel frattempo, continua a essere bombardata, di giorno come di notte, e che da tre giorni è in ginocchio, con le reti elettriche e idriche completamente saltate.

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