Malta chiude le frontiere ai non vaccinati e le scuole di lingue dopo lo scoppio di focolai Covid
Da mercoledì prossimo a Malta potranno varcare la frontiera soltanto le persone che avranno completato il ciclo vaccinale contro il Covid da almeno 14 giorni. La decisione è stata presa dal vicepremier e ministro della Salute, Chris Fearne, al quinto giorno di crescita esponenziale dei contagi da Covid, al 90% riguardanti giovani stranieri. Dal 14 luglio, ha precisato Fearne, saranno nuovamente chiuse le scuole di lingue. Nove di esse sono risultate altrettanti focolai.
Tra questi, il cluster che ha interessato 70 tra studenti italiani, quasi tutti tra i 14 e i 15 anni d'età, e loro accompagnatori che al momento sono bloccati sull'isola dopo lo scoppio del focolaio. Ventuno persone – tra ragazzi e guide – sono risultati positivi al virus, gli altri sono risultati negativi al tampone. "Si tratta di un gruppo di ragazzi più tre persone dell'agenzia che ha organizzato il viaggio e 21 dei ragazzi sono risultati positivi al tampone eseguito dalle autorità sanitarie maltesi – racconta all'Adnkronos Rodrigo Sanchez, avvocato e padre di uno dei ragazzi bloccati a Malta – .E tutti, positivi e non, sono stati portati in un albergo dove dovranno trascorrere una quarantena di almeno 13 giorni".
Le autorità locali avrebbero, dunque, trasferito tutti gli studenti risultati negativi in un hotel Covid della città di Qawra, per un periodo di quarantena che dovrebbe terminare il prossimo 22 luglio, non consentendo loro di rientrare a casa prima. "I ragazzi, tutti tra i 14 e i 15 anni, sono stanchi e qualcuno spaventato – prosegue Sanchez – alcuni sono malati e necessitano di assistenza. Non possono stare soli. Le autorità maltesi hanno inviato una mail ai genitori dei ragazzi risultati positivi e scrivendo che sarebbero stati posti in quarantena per 13 giorni. Certo non so come si potrà risolvere: spero che l'ambasciata e il direttore dell'agenzia di viaggi, che ringrazio ancora una volta per l'aiuto e l'assistenza che da subito hanno dato ai ragazzi, riescano a risolvere questa situazione difficile e complicata".
Tra di loro c'è anche un ragazzo di Molfetta, in provincia di Bari. Per questo, il sindaco della cittadina, Tommaso Minervini, ha lanciato un appello direttamente al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: "Esprimendo forte preoccupazione, ho scritto – si legge in una nota del Comune – al Ministro Luigi Di Maio e al Presidente della Puglia, Michele Emiliano, affinchè attivino tutte le procedure per consentire il rimpatrio dei soli ragazzi risultati negativi al tampone e far svolgere il periodo di quarantena nei propri comuni di residenza".