A Karamoja, in Uganda, centinaia di persone muoiono a causa della carestia e dei cambiamenti climatici
Sono centinaia le persone morte a causa della fame nella regione di Karamoja in Uganda. Le cifre sono state fornite dall'ufficio del primo ministro ugandese che ha puntato il dito contro la siccità. L'aumento delle temperature, infatti, ha colpito violentemente la popolazione. L'anno scorso la regione aveva dovuto fare i conti con una serie di inondazioni e smottamenti che hanno favorito anche la proliferazione delle locuste.
L'invasione di questi insetti avvenuta nel biennio 2020-2021 ha distrutto migliaia di ettari di coltivazioni privando migliaia di persone del cibo e del sostentamento economico. Uno sciame di locuste può divorare in un solo giorno un chilometro quadrato di campi condannando alla fame almeno 35mila persone.
La povertà sempre più diffusa ha portato all'aumento anche delle incursioni di ladri di bestiame armati. Sono decine, secondo il governo, le persone morte in agguati del genere.
"Come governo riconosciamo la tragica carestia che ha travolto il Karamoja – ha dichiarato il portavoce del primo ministro Robinah Nabbanja -. Per questo motivo abbiamo intenzione di inviare 36 milioni di dollari per acquistare cibo nei prossimi tre mesi".
Secondo Faith Nakut, parlamentare locale che sta partecipando ad incontri sul tema con il primo ministro dell'Uganda, la situazione nella regione è in rapido peggioramento: aumentano di settimana in settimana i morti per fame e, anche se le autorità non hanno fornito numeri ufficiali, si parla già di centinaia di persone decedute ogni sette giorni.
Secondo le stime, almeno 189 persone sono decedute nella prima settimana di luglio nel distretto di Kaabong mentre altre 46 sono morte prima dell'8 luglio. La maggioranza delle vittime è composta da bambini e anziani.
La guerra in Ucraina ha ulteriormente peggiorato la situazione per l'Africa. Gli effetti del conflitto scoppiato il 24 febbraio hanno iniziato ad essere palesi, soprattutto i danni provocati dal blocco delle importazioni di grano, fertilizzante e olio. L'Uganda importa infatti oltre il 40% del suo fabbisogno di grano da Russia e Ucraina così come Camerun, Tanzania e Sudan. La Nigeria, invece, è il quarto Paese nel mondo per importazioni.
Secondo il World Food Programme, prolungare la guerra potrebbe far crescere la fame nel mondo almeno del 20%. Le ripercussioni cadrebbero quasi completamente sull'Africa: sono a rischio 174 milioni di persone che hanno già dovuto fare i conti negli ultimi dieci anni con cambiamenti climatici storici. Il 20% delle inondazioni e un terzo delle siccità globali degli ultimi 10 anni infatti sono state registrate proprio nel Paese.