A Gaza uomini armati hanno saccheggiato un convoglio di 98 tir che trasportavano cibo
Un convoglio di 109 camion è stato saccheggiato tre giorni fa mentre attraversava la Striscia di Gaza, con conseguente perdita di 98 tir. Lo ha reso noto ieri l'agenzia UNRWA. Il convoglio, che trasportava cibo fornito dalle agenzie ONU e dal Programma Alimentare Mondiale, aveva ricevuto da Israele l'ordine di partire con breve preavviso tramite una rotta non familiare dal valico di Kerem Shalom, ha detto Louise Wateridge, funzionaria senior per le emergenze dell'UNRWA. "Questo incidente evidenzia la gravità delle sfide di accesso per portare aiuti nella parte meridionale e centrale di Gaza", ha aggiunto.
Testimoni oculari hanno dichiarato che il convoglio è stato attaccato da uomini con il volto che hanno lanciato granate contro i camion. Il direttore generale dell’UNRWA Philippe Lazzarini non ha identificato gli autori dell'assalto, ma ha affermato che il "crollo totale dell’ordine civile" a Gaza ha fatto sì che "il clima in cui operiamo è diventato impossibile". "Fino a quattro o cinque mesi fa, c'erano ancora persone che scortavano i convogli umanitari. Tutto questo è completamente scomparso, il che significa che ci troviamo in un ambiente in cui bande locali, famiglie locali, lottano tra loro per prendere il controllo di qualsiasi attività si svolga nel sud. È diventato un ambiente impossibile in cui operare". Lazzarini ha aggiunto che centinaia di persone in preda alla disperata mancanza di cibo hanno cercato di assaltare il centro professionale gestito dall'UNRWA nella città meridionale di Khan Younis, perché pensavano che gli aiuti fossero stati consegnati lì. "Ma non c'era assolutamente nulla da prendere dai magazzini".
Da mesi le principali agenzie ONU e le organizzazioni non governative denunciano come nella Striscia anche la fame sia stata utilizzata da Israele come arma di guerra. Di fatto, come certificato dall'UNRWA, circa due milioni di persone dipendono direttamente dagli aiuti alimentari che arrivano dall'esterno, e il cui ingresso a Gaza è regolato arbitrariamente dall'IDF. Ne consegue che le autorità israeliane aprono e chiudono "i rubinetti" dei rifornimenti di cibo, acqua potabile e medicinali, determinando la vita o la morte di migliaia di persone. Non a caso all'inizio di questo mese l'ONU ha avvertito che sono alte le probabilità che si verifichi una carestia nel nord della Striscia di Gaza.