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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

A Gaza un solo pianoforte è “sopravvissuto” alla guerra: ora è un simbolo di resistenza e speranza

Nell’edificio che ospitava il Conservatorio nazionale “Edward Said” di Gaza si è salvato dai bombardamenti un solo strumento: un pianoforte a coda, ora diventato un simbolo di resistenza.
A cura di Davide Falcioni
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In tutta la Striscia di Gaza, in oltre 360 chilometri quadrati di territorio devastati da oltre un anno di bombardamenti e massacri israeliani, è rimasto un solo pianoforte a coda da concerto. A scoprire il prezioso strumento musicale, tra le tonnellate di macerie del Conservatorio nazionale "Edward Said", succursale gazawi della scuola di musica palestinese, è stato Khamis Abu Shaban, un insegnante di chitarra scampato ai raid aerei. L'uomo alcuni giorni fa ha deciso di provare a rientrare nell'edificio in cui, prima dell'ottobre del 2023, centinaia di giovani studenti imparavano a suonare e affidavano alla musica la speranza di riuscire, prima o poi, a trovare la libertà e andarsene dalla più grande prigione a cielo aperto del mondo, la Striscia di Gaza.

"Più della metà dell'edificio in cui sorgeva il Conservatorio è andata a fuoco – ha raccontato alla BBC Khamis Abu Shaban -. Tutti gli strumenti sono stati distrutti e molti sono stati gettati per strada. C'erano più di 50 violini e 40 violoncelli, ma non è rimasto intatto niente". Nel conservatorio erano riposti oltre 400 strumenti sia occidentali che di musica tradizionale araba come l'oud, il qanun e il nay, un tipo di flauto. Nessuno di loro era rimasto intatto. Poi, però, vide ha notato qualcosa che lo ha fatto sperare. "L'unico strumento non scalfito dai bombardamenti era il pianoforte a coda. Onestamente, ho sorriso quando l'ho visto", ha raccontato.

Un bimbo palestinese con una mano amputata suona il violino al Conservatorio di Gaza
Un bimbo palestinese con una mano amputata suona il violino al Conservatorio di Gaza

Si tratta di uno Yamaha evidentemente molto fortunato. Non solo è riuscito a resistere a oltre un anno di quotidiani raid aerei israeliani, ma era sopravvissuto anche a una precedente guerra a Gaza, quella del 2014. In quell'occasione aveva riportato pochi danni superficiali che erano stati riparati da un restauratore dando la possibilità a centinaia di aspiranti musicisti palestinesi di suonare. "Ho iniziato a parlare al pianoforte", ha raccontato Khamis. "Gli ho chiesto: ‘Sei l'unico sopravvissuto tra tutti gli strumenti? Non vuoi morire, eh?‘ Ho riso davvero".

"La vita continua e, nonostante tutta questa morte intorno a noi, le persone hanno bisogno di qualcosa che possa renderle… non felici – nessuno può felice in questo periodo – ma di qualcosa che possa farle sorridere, che permetta loro di continuare a vivere", continua Khamis. Quel pianoforte è una di quelle cose. "Lo vedo ancora lì, davanti a me", ride. "Mi dice: ‘Non sono uno che muore. Sono ancora qui per te. E resterò'".

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