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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

“A Gaza un genocidio in diretta, il mondo resta a guardare”: Amnesty International accusa Israele

Nel suo report annuale l’organizzazione per i diritti umani punta il dito contro Tel Aviv per “l’intento specifico di distruggere i palestinesi a Gaza”, mentre il resto del mondo resta a guardare.
A cura di Davide Falcioni
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Amnesty International accusa Israele di essere responsabile di un "genocidio trasmesso in diretta" contro i palestinesi nella Striscia di Gaza, e denuncia lo sfollamento forzato di gran parte della popolazione e la creazione deliberata di una catastrofe umanitaria. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’organizzazione per i diritti umani, che punta il dito contro Tel Aviv per "l’intento specifico di distruggere i palestinesi a Gaza" come punizione collettiva per i fatti del 7 ottobre 2023: da quel giorno, come è noto, Israele ha avviato una massiccia offensiva militare via terra e cielo su Gaza, che secondo il ministero della Sanità del territorio ha provocato oltre 52mila morti. Amnesty sostiene che l’azione militare ha causato lo sfollamento forzato di circa 1,9 milioni di persone, ovvero il 90% della popolazione locale.

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"Il mondo ha assistito impotente a un genocidio trasmesso in diretta", ha dichiarato la segretaria generale di Amnesty, Agnes Callamard, denunciando l'uccisione di migliaia di civili, la distruzione sistematica di infrastrutture vitali e l’annientamento di intere famiglie. Nel rapporto, l'organizzazione per i diritti umani documenta crimini di guerra da parte israeliana, tra cui attacchi diretti contro civili, uso sproporzionato della forza e bombardamenti indiscriminati. L’organizzazione sottolinea anche la grave emergenza umanitaria, con carenze estreme di carburante, acqua potabile, assistenza sanitaria e servizi essenziali. "Gli Stati guardavano come impotenti, mentre Israele uccideva migliaia e migliaia di palestinesi, sterminava intere famiglie, distruggeva case, mezzi di sussistenza, ospedali e scuole".

La situazione è ulteriormente aggravata nel sud di Gaza, dove anche questa mattina un attacco aereo israeliano ha colpito tende di sfollati nei pressi di Al-Iqleem, provocando almeno quattro morti, secondo le autorità locali. La protezione civile ha denunciato il blocco di otto ambulanze per mancanza di carburante, mettendo a rischio centinaia di migliaia di persone.

Amnesty non risparmia critiche neppure alla comunità internazionale, accusata di inazione di fronte alla crisi. "I governi, sia a livello individuale sia collettivo, hanno fallito nel porre fine alle atrocità, tardando persino a chiedere un cessate il fuoco", si legge nel documento. "La sofferenza estrema vissuta dai palestinesi a Gaza nell’ultimo anno è stata resa possibile anche dall’assenza di volontà politica globale per fermarla", ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa. Infine, il rapporto estende le denunce alla Cisgiordania occupata, dove Amnesty parla di un sistema di apartheid sempre più violento, alimentato da uccisioni illegali e aggressioni da parte di coloni israeliani con il sostegno dello Stato.

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