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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

“A Gaza catastrofe umanitaria, bambini uccisi, rapiti e senza cibo”: l’allarme di Save The Children

L’intervista di Fanpage.it a Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati: “Sono i civili a pagare sempre il prezzo più alto con migliaia di morti e feriti sia a Gaza che in Israele. Serve un cessate il fuoco immediato. Nella Striscia è finito cibo, ma anche acqua e carburante. Gli aiuti che arrivano adesso sono solo una goccia d’acqua nell’oceano”.
Intervista a Jason Lee
direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati.
A cura di Ida Artiaco
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"A Gaza incombe una catastrofe umanitaria. In situazioni del genere sono sempre i civili a pagare sempre il prezzo più alto, soprattutto donne e bambini, che anche in questo caso sono stati uccisi, rapiti, privati delle proprie case, del cibo, dell'acqua potabile e dell'accesso alle cure mediche. Per questo chiediamo un cessate il fuoco immediato".

A parlare è Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati, che a Fanpage.it ha spiegato la drammatica situazione in cui sono costretti a vivere i bambini della Striscia di Gaza in seguito ai raid israeliani dopo l'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. In centinaia sono stati uccisi, altri sono fuggiti dalle proprie case insieme alle famiglie. Ci sono anche oltre cinquemila donne incinte che dovrebbero partorire il mese prossimo, anche se gli ospedali sono al collasso.

Quale è la situazione dei minori a Gaza? Che numeri avete?

"A Gaza incombe una catastrofe umanitaria. Più di 2.900 bambini sono stati uccisi nelle ultime 2 settimane e senza aiuti in grado di raggiungere le famiglie stanno rimanendo senza acqua e cibo
e hanno un accesso limitato a qualsiasi assistenza sanitaria. A Gaza sono stati tagliati tutti i bisogni primari di cui i minori hanno bisogno. Non c’è acqua pulita, per cui i bambini rischiano di morire per disidratazione. Molti di loro sono costretti a ricorrere a fonti d’acqua contaminate, rendendoli vulnerabili alle malattie, in particolare a quelle trasmesse dall'acqua. Non c'è
elettricità o carburante, con gli ospedali incapaci di funzionare, mettendo a rischio migliaia di vite incluse quelle di circa 5.500 donne incinte che dovrebbero partorire il prossimo mese.

Cibo e anche medicinali stanno finendo velocemente. Negare ai bambini l’accesso ai beni essenziali salvavita è una violazione del diritto internazionale umanitario. In questo senso le infrastrutture civili devono essere tutelate nel corso del conflitto e i bambini devono poter accedere a cibo, acqua, assistenza sanitaria e altri beni essenziali. Sulla base delle limitate forniture di aiuti attualmente disponibili a Gaza, abbiamo iniziato a rispondere attraverso i nostri partner, distribuendo acqua e prodotti per l'igiene alle famiglie nei rifugi e nelle loro case. Si preparano inoltre a distribuire 3mila pacchi alimentari. Continueremo a rispondere in questo modo finché le scorte e le circostanze lo consentiranno. Ma è una goccia nell’oceano. È necessario un immediato quanto illimitato accesso per consentire la risposta su vasta scala alle situazioni critiche e ai crescenti bisogni di bambini e famiglie. Abbiamo forniture di aiuti e personale pronti al confine egiziano, ma hanno bisogno di un accesso sicuro e senza restrizioni".

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Conosciamo purtroppo la disastrosa situazione negli ospedali a Gaza. C'è qualche storia in particolare che l'ha colpita?

"Ospedali e scuole – luoghi di sicurezza e rifugi – sono stati attaccati.  L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato 62 attacchi contro strutture sanitarie negli ultimi 17 giorni, compreso un terribile attacco a un ospedale di Gaza dove si trovavano migliaia di persone in attesa di ricevere cure mediche urgenti. L'attacco ha causato la morte di centinaia di persone, il 70% delle quali, secondo quanti riferito, erano donne, bambini e anziani. Secondo l’OCHA dell’ONU, il 60% delle strutture sanitarie di Gaza (7 ospedali e 21 centri sanitari di base) non sono più in grado di fornire servizi medici a causa dei danni subiti e della carenza di carburante. Anche 206 strutture educative sono state danneggiate nel conflitto, privando i bambini del diritto all’apprendimento".

Cosa è che la preoccupa di più adesso?

"La drammatica escalation di violenza nei Territori palestinesi occupati e in Israele è profondamente allarmante per le conseguenze orrende sulla vita e sul benessere dei bambini. Il numero delle vittime, tra cui troppi bambini, continua a salire. Complessivamente 7.028 palestinesi sono stati uccisi a Gaza dall’inizio delle ostilità, di cui il 66% bambini e donne, secondo il Ministero della Salute di Gaza. Circa 1.600 persone, tra cui 900 bambini, sono stati dati per dispersi e potrebbero essere sotto le macerie.

Rapimenti, uccisioni e mutilazioni. E ancora, distruzione di case, ospedali e altre infrastrutture essenziali per il sostentamento dei bambini. Queste sono tutte gravi violazioni dei diritti dei bambini. Con il numero delle vittime in aumento, i bambini sono a rischio e terrorizzati. I bambini sono stati uccisi e feriti in ogni grande escalation, per non parlare della sofferenza mentale e degli impatti a lungo termine sulla loro salute: non ne sono mai usciti indenni.

Per questo Save the Children lancia un appello ai leader mondiali a usare la propria influenza per chiedere un cessate il fuoco immediato per evitare una ulteriore escalation che mette a rischio i bambini. Tutte le parti coinvolte fare del loro meglio per proteggere i bambini e rispettare il diritto internazionale umanitario. Gli aiuti devono essere consegnati senza ostacoli. I bambini e le loro famiglie devono poter cercare rifugio. Le parti in guerra devono aderire alla legge internazionale. L’assistenza umanitaria deve essere incrementata per soddisfare le richieste dei paesi in crisi. Gli aiuti salvavita non devono essere negati ai bambini. I bambini devono essere protetti".

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Secondo lei cosa può fare la comunità internazionale per i bambini di Gaza?

"Tutti gli attori devono compiere ogni sforzo possibile per proteggere la vita dei bambini durante i combattimenti. Civili e infrastrutture essenziali per la loro vita, come ospedali e scuole,
devono essere risparmiati dalla violenza. Gli aiuti umanitari non devono essere negati ai bambini. Serve un cessate il fuoco immediato e fino ad allora ci deve essere una pausa umanitaria
per consentire la consegna degli aiuti stessi alle famiglie.

Al personale umanitario deve essere permesso di entrare a Gaza per valutare i bisogni, identificare i bambini vulnerabili e avviare la procedura di risposta umanitaria nella misura necessaria. Dal 21 ottobre 74 camion di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia. Sebbene questo sia uno sviluppo positivo, è tristemente insufficiente per soddisfare i colossali bisogni della popolazione locale. L'ONU ha stimato che 100 camion di aiuti sono necessari quotidianamente per soddisfare gli attuali bisogni umanitari a Gaza".

Cosa ci può dire sui bambini di Israele?

"Sono i civili a pagare sempre il prezzo più alto con migliaia di morti e feriti sia a Gaza che in Israele. Non è chiaro quanti bambini siano stati uccisi e feriti finora. In Israele ne sono almeno 28 confermati. Con la violenza in corso, e molte persone intrappolate sotto le macerie degli edifici distrutti, i numeri sono in aumento.

Save the Children è profondamente allarmata dalle notizie secondo cui bambini israeliani sono stati rapiti e presi in ostaggio da gruppi armati palestinesi a Gaza. In nessun caso i bambini possono essere trattati in modo crudele o dannoso. Per questo condanniamo con la massima fermezza tutti gli atti di violenza contro i bambini. Tutti i bambini tenuti in ostaggio devono essere rilasciati incondizionatamente e immediatamente".

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