A Ferguson si decide sull’omicidio Brown, Obama: “No a violenza”
“Usare un evento come scusa per la violenza è contrario al principio di legalità e a quello che siamo”: a pronunciare queste parole, a poche ore dalla decisione del Grand Giurì sull’eventuale incriminazione del poliziotto che ha ucciso a Ferguson il 18enne nero Michael Brown, è stato Barack Obama. Il presidente americano ha parlato di quanto accaduto a Ferguson, in Missouri, nel corso di un'intervista esclusiva alla rete Abc. Il Gran giurì dovrebbe decidere a breve se rinviare a giudizio il poliziotto che ha sparato ad agosto Michael Brown: una decisione che si attende col fiato sospeso e che è stata preceduta, la notte scorsa, da alcuni disordini tra la polizia e i manifestanti. La tensione rimane alta e per questo Obama ha invitato i cittadini di Ferguson a “protestare in modo pacifico”. Obama ha detto che tutti hanno il diritto di esprimere le loro opinioni e di riunirsi pacificamente per protestare contro azioni che ritengono ingiuste. Tuttavia, ha aggiunto il presidente quando gli è stato chiesto qual è il suo messaggio per la gente di Ferguson e per altri che guardano alla protesta, usare qualsiasi evento come una scusa per la violenza è inaccettabile.
Le proteste per l’omicidio di Brown e il caso analogo di New York – “Questo è un Paese che permette a tutti di esprimere le loro opinioni, permette le assemblee pacifiche, e di protestare contro le azioni che si ritengono ingiuste”, ha detto ancora il presidente Usa. L'uccisione di Brown, che era disarmato, aveva scatenato proteste di massa nella zona di St. Louis, alcune delle quali erano sfociate in violenze. L’appello del presidente Obama per la gente di Ferguson è arrivato poco dopo la diffusione della notizia della morte di un altro ragazzo nero di 28 anni disarmato, ucciso da un agente di polizia in una scala in un edificio a Brooklyn, a New York. Un episodio definito “un tragico incidente” dalle autorità americane.